"Dalle nostre parti il silenzio è segno di rispetto". Ad oltre 20 giorni dalla tragedia del ponte Morandi a Genova costato la vita a 43 persone, i Benetton rompono il silenzio. Sciolgono l'impasse comunicativa che era stata intesa da più parti almeno come segnale di un grave imbarazzo.

A parlare in un'intervista al 'Corriere della Sera' è Gilberto Benetton, numero uno di 'Atlantia', la società che controlla Autostrade per l'Italia, concessionaria anche del tratto dove è avvenuto il disastro. Per rispondere a sospetti e accuse, l'imprenditore annuncia che verrà fatto tutto quanto in potere della società per accertare responsabilità e che Autostrade è vicina a Genova e a genovesi.

Intanto però il mercato non può attendere: la famiglia di Ponzano Veneto è tornata a fare pubblicità sui giornali alle sue maglie a colori con le foto dei migranti felici firmate da Oliviero Toscani.

Ponte Morandi, la difesa dei Benetton

Un azionista di lunghissimo corso che si è assunto il rischio d'impresa con investimenti e creazione di lavoro: Gilberto Benetton al vertice Autostrade per l'Italia di cui è socio di maggioranza, si difende e difende pubblicamente l'operato della famiglia e del managment di 'Società autostrade' attraverso un'intervista al quotidiano milanese. La prima dopo un lungo silenzio, secondo alcuni commentatori suggerita da un team di avvocati.

A chi li accusa di essere stati impegnati nelle settimane della tragedia solo a valutare le proprie perdite azionarie, senza spendere neanche qualche parola di vicinanza e cordoglio verso le famiglie colpite dai 43 lutti, l'imprenditore risponde che dalle sue parti il silenzio è considerato segno di rispetto.

E che espressioni di cordoglio ci sono state a 48 ore della tragedia, come è stata espressa la volontà di accertare la verità e le responsabilità dell'accaduto. In quanto azionisti, sarebbero stati sempre accanto ai manager di Autostrade per mettere a punto i primi interventi di aiuto a Genova e ai cittadini.

L'Italia si è indignata alla notizia che il 15 agosto, ad appena 24 ore dalla tragedia, la famiglia Benetton riunita nella villa di Cortina D'Ampezzo festeggiava.

L'mprenditore ha detto che è una tradizione di famiglia da 30 anni e quest'anno la riunione era per ricordare il fratello Carlo, morto un mese prima.

Sul fronte delle concessioni, Benetton ha detto che non è stato un regalo dello Stato: Autostrade fu messa sul mercato con un'asta pubblica a cui tutti potevano partecipare. In quanto alle condizioni economiche delle concessioni di Autostrade per l’Italia, sarebbero molto simili a quelle nel resto del mondo.

Al vicepremier Di Maio, che ha definito i Benetton dei "prenditori" favoriti dalla Politica che hanno costruito il loro impero finanziando partiti e giornali, ha risposto che loro sono imprenditori a pieno titolo perché produrrebbero utili e valore e "sempre con un orizzonte di lungo termine". Per questo non abbandoneranno affatto il settore delle infrastutture che anzi si amplia con l'acquisto dalla spagnola Abertis di Cellnex, società che opera nel settore delle torri per le telecomunicazioni in quasi tutta Europa. Certo, la tragedia di Genova resterà come "monito perenne anche se terribile, a non abbassare mai la guardia".

Benetton, torna la pubblicità

"Nessuna demolizione senza per noi una soluzione".

A Genova, al consiglio regionale c'è stata la protesta degli sfollati, cittadini che abitavano sotto il ponte crollato. Urlavano: "Rispetto, siamo persone", chiedendo garanzie per un futuro a dir poco incerto.

Intanto è iniziata la campagna United colors of Benetton autunno inverno. Il due settembre le pubblicità dell'abbigliamento dell'impresa veneta sono tornate su un paio di quotidiani. Ci sono pseudo profughi e migranti sorridenti, secondo lo stile Toscani. Ma i conti del tessile sono in rosso fisso: solo nel 2017, Benetton Group srl, la società che detiene i marchi Benetton e Sisley aveva un debito d' 216 milioni di euro.