A don Mauro Galli è stata inflitta una pena di 6 anni e 4 mesi di carcere per aver abusato sessualmente di un giovane, all'epoca 15enne. Dopo la sentenza la vittima degli abusi è scoppiata in un pianto liberatorio. La madre adesso si aspetta che il condannato venga rimosso anche dalla sua attività sacerdotale, dopo che Papa Francesco ha parlato di rimozione dei sacerdoti che "insabbiano gli scandali". Secondo Francesco Zanardi, fondatore di Rete l'abuso, questa è una delle condanne più alte emesse in italia per questo reato e segna un cambio di passo da parte della Procura di Milano su questo tema.

La pena inflitta a don Mauro Galli

Don Mauro Galli è stato condannato a 6 anni e 4 mesi di carcere, nonché all'interdizione dai pubblici uffici e all'obbligo di non avere contatti con i minorenni. La sentenza di primo grado è stata emessa dalla quinta sezione penale del tribunale di Milano ed è stata ritenuta una pena esemplare, nonostante sia diversa da quella che aveva chiesto inizialmente il Pubblico Ministero e cioè una condanna a 10 anni e 8 mesi. La famiglia non si è costituita parte civile, in quanto l'ex parroco di Rozzano ha già risarcito il ragazzo versando 100 mila euro fuori dal processo. Soldi che comunque, secondo l'accusa, non possono ripagare le sofferenze subite dalla vittima e dai suoi familiari.

La difesa ha comunque annunciato che ricorrerà in appello in quanto l'uomo non si ritiene colpevole.Intanto l'Arcidiocesi di Milano, a seguito della notizia ha espresso vicinanza sia alla vittima che alla famiglia e resta in attesa del processo canonico affidato al Tribunale Ecclesiastico. La madre del giovane si aspetta che il sacerdote venga anche rimosso da ogni incarico religioso.

Cosa accadde quel dicembre del 2011

I fatti avvennero tra il 19 e il 20 dicembre 2011. In vista delle attività di preghiera che si sarebbero tenute i giorni successivi, don Mauro convinse i famigliari del ragazzino a farlo dormire nei locali della parrocchia, aggiungendo che assieme a lui ci sarebbero stati anche altri suoi coetanei.

I coetanei, in effetti, erano presenti, ma nessuno di loro rimase a dormire in parrocchia. Così il ragazzino, su invito del parroco, accettò di dormire con lui nello stesso letto. Il giorno dopo però la madre ricevette una chiamata da scuola per comunicarle che il figlio non si sentiva bene. Il quindicenne si trovava in stato di choc e alla domanda su cosa fosse successo, rispose che era stato abusato. Il tutto fu poi confermato anche ai carabinieri. Secondo le parole del ragazzo, gli abusi del prete continuarono per almeno due ore. Lo choc fu così forte che il giovane tentò, tempo dopo, anche il suicidio.