La vita di Andrea Barone, 15 anni, è finita in un modo tragico ma non del tutto inedito. Sabato 15 settembre lui e i suoi amici erano andati in un centro commerciale e poi, come erano soliti fare, erano saliti sul tetto. Amavano scattarsi selfie "estremi" per sfidare la morte. Andrea, stavolta, la sfida l'ha persa.

La dinamica dell'incidente

Non si da pace il padre del ragazzo, che racconta come quel figlio fosse pieno di qualità e di voglia di vivere. Amava giocare a calcio, aveva una fidanzatina e tanti amici. Lui e la sua famiglia (ha anche una sorellina più piccola) vivevano a Cusano Milanino (Milano) ed è qui che è successa la tragedia.

Sono le 22:30 di sabato sera e Andrea è uscito con i suoi amici e con loro decide di salire sul tetto del centro commerciale Sarca, che si trova a Sesto San Giovanni. I giovani scavalcano le recinzioni e arrivano sulla sommità del cinema Skyline. Lì il gruppo di amici comincia a scattarsi dei selfie. Dai loro profili social, pare che non fossero nuovi a queste "bravate". Poi scendono di nuovo giù. Tutti, tranne Andrea. Non ci è voluto molto, purtroppo: forse un ultimo selfie, forse solo un piede messo in fallo per via del buio. Andrea inciampa in un condotto di areazione e ci cade dentro, per ben 25 metri. I suoi compagni intuiscono subito che è accaduto qualcosa e chiamano i soccorsi. I Vigili del Fuoco accorrono, capiscono cosa è accaduto e si mettono al lavoro.

Purtroppo però, quando Andrea viene trasportato al Niguarda, per lui non c'è più niente da fare. Il giovane ragazzo è morto prima di entrare in sala operatoria.

La notizia sui social

Andrea aveva una sorellina di 11 anni, che ha scoperto di aver perso sui fratello leggendo i messaggi di cordoglio sui social, ancora prima che i suoi genitori potessero avvisarla dell'accaduto.

Anche se la dinamica del fatto è chiara, sfuggono i motivi. Davvero Andrea era solo uno scavezzacollo che voleva dimostrare di essere più furbo e bravo persino della morte? Il padre incolpa dell'accaduto la scarsa vigilanza e la mancanza di reti di protezione che forse avrebbero potuto rendere meno mortale la caduta di suo figlio.

Certo è che non si tratta del primo caso del genere. Sono numerose le persone, di ogni età, che incontrano la morte mentre cercano di scattarsi una foto sorridente. Purtroppo i casi che si verificano non sembrano fungere da deterrente o da avvertimento, poiché ancor una volta un ragazzo, che aveva tutta la vita davanti, ha perso la vita in un modo che forse non troverà mai una spiegazione logica.