Bigliettini, lettere, ma anche sms ed email che vanno a comporre i cosiddetti 'diari di Eva', ora saranno passati al vaglio nel corso di un nuovo processo. La adulava e insieme la minacciava: l'ex suora, Mariangela Farè, indirizzava ad Eva Sacconago, chiamandola anche 'Yellow' per via del suo colore preferito, il giallo, centinai di scritti. La religiosa, già condannata dal tribunale di Busto Arsizio a tre anni e mezzo di carcere contro i nove chiesti dall'accusa, per un solo episodio di violenza sessuale sulla giovane avvenuto poche settimane che si suicidasse nel 2011 a 26 anni, potrebbe dover scontare nuove condanne.

La prima Corte d'Appello di Milano ha accolto la richiesta della Procura generale e della parte civile e ha riaperto l'istruttoria dibattimentale nel procedimento di secondo grado a carico della religiosa appartenente alla Congregazione delle Figlie di Maria Ausiliatrice. I genitori di Eva chiedono sia fatta giustizia e, come l'accusa, vogliono che Farè sia condannata anche per i reati di stalking e violenza privata. Una perizia dovrà dimostrare lo stato di soggezione della ragazza nel rapporto con la suora durato 13 anni.

Violentata da una suora, la perizia

E' stata affidata al professor Franco Martelli, docente all'Università Statale di Milano, specialista in psichiatria e criminologia clinica, la perizia sulla mole di scritti e anche documenti audio con cui Mariangela Ferè, all'epoca suora di 23 anni più grande di Eva, tartassava la ragazza che aveva conosciuto all'oratorio di Sant'Edoardo a Busto Arsizio quando aveva appena 13 anni.

Il prossimo 29 gennaio 2019, il docente discuterà in un'aula giudiziaria i risultati della sua perizia. Lo specialista, infatti, avrà tempo 60 giorni per depositare la sua relazione. Dovrà esaminare il contenuto di sette faldoni e due scatoloni: contengono tutte le esternazioni che la suora, dal 2002 fino al suicidio di Eva nel 2011, le inviava, la corrispondenza intercorsa tra le due.

Avrebbe abusato della ragazza da quando era minorenne alla morte a 26 anni. L'analisi minuziosa di questa documentazione servirà ad accertare una condizione di sudditanza psicologica della vittima, come sostengono i genitori e l'accusa. I genitori accortisi della relazione morbosa, riuscirono ad ottenere l’allontanamento temporaneo in Sicilia di 'sister Mary' o 'mamma Mary' come si faceva chiamare la suora dall’adolescente.

Ma ciò non è bastato ad evitare il peggio. L'adulta che avrebbe dovuto essere una guida spirituale, si era insinuata subdolamente nella vita della giovanissima con problemi esistenziali ed incertezze sulla sua sessualità, fino a farla allontanare dalla famiglia convincendola ad andarsene da casa, costringendola a rapporti intimi, rendendola a tal punto dipendente da spingerla a togliersi la vita per la disperazione. La donna, che ha scontato la condanna per un solo episodio a seguito della prescrizione di molti altri, potrebbe essere condannata dopo la perizia per violenza privata, stalking e abusi sessuali su minore, capi di imputazione per cui in primo grado è stata assolta. Sarebbe responsabile della morte di Eva per una condotta non meno grave di quella dei preti pedofili.

I diari di Eva Sacconago, 'amore' e minacce

"Vorrei pe*****rti, baciarti, tenerti stretta a me". Alcune delle sconvolgenti esternazioni diffuse a mezzo stampa che hanno lasciato incredula e attonita l'opinione pubblica, non fanno battere ciglia invece ai difensori della suora, Fabrizio Busignani e Raffaella Servidio, che le considerano senza valore. Come ritengono inutile questa perizia perché non può esserci un confronto con la presunta vittima. Per l'accusa sarà significativa l'analisi di ciò che Eva scriveva a 13 anni quando la relazione con la religiosa era appena agli inizi. Del legame morboso la ragazza aveva scritto in una lettera a un sacerdote amico dicendo che non poteva fuggire altrimenti la suora l'avrebbe raggiunta. "Denunciami appena puoi… solo la morte ci può separare, e non è uno scherzo! Ricordatelo": la sinistra minaccia della religiosa si è purtroppo avverata.