Sembra non esserci più alcun dubbio: Serena Mollicone (18 anni al momento della morte) venne aggredita e stordita all'interno della caserma dei carabinieri di Arce, in provincia di Frosinone. Sono passati 18 anni da quel terribile omicidio che salì alla ribalta per l'efferatezza e per il tragico ritrovamento del cadavere avvenuto nel bosco di Anitrella da volontari della Protezione Civile. A confermare il luogo dell'assalimento, l'ultima perizia dei carabinieri del Ris.

La scomparsa e il ritrovamento del cadavere

Sono passati 17 anni dall'uccisione della 18enne, ma ancora non si è arrivati all'identificazione del reale colpevole.

Era il 2001 quando la povera Serena uscì di casa per andare dal dentista ad Isola del Liri. Dopo di ciò, della ragazza si persero le tracce. Dopo due giorni, il tragico ritrovamento del corpo, brutalmente seviziato. Al momento della scoperta, il cadavere appariva in tale stato: le braccia e le gambe erano legate con nastro adesivo e del filo metallico, la bocca e il naso erano stati otturati con della carta assorbente, mentre il capo era coperto da un sacchetto di plastica.

La svolta

Secondo le ultime indagini, la studentessa Serena Mollicone sarebbe stata uccisa all'interno della caserma dei carabinieri di Arce. La svolta è avvenuta grazie al ritrovamento di micro frammenti di legno sul nastro adesivo che avvolgeva gli arti della ragazza.

Essi sono risultati compatibili con il legno di una porta dell'appartamento nella caserma di Arce, abitato (all'epoca dei fatti) dal maresciallo Franco Mottola e dai suoi familiari.

Come se questo non bastasse, la perizia dei Ris ha rivelato anche tracce di vernice compatibili con la caldaia della stessa caserma. Risultati importanti che danno la conferma definitiva alle ipotesi della Procura di Cassino, che da sempre sosteneva che la Mollicone fosse stata assalita dai suoi carnefici tra le mura della caserma. Le indagini del sostituto procuratore Maria Beatrice Siravo saranno concluse entro il 13 Ottobre. Al momento sul registro degli indagati risultano i nomi di Franco Mottola, suo figlio Marco, la signora Anna (moglie del Mottola), l'appuntato Francesco Suprano e il luogotenente Vincenzo Quatrale.

Il misterioso suicidio di Santino Tuzi

Un altro mistero che si collega a quello dell'omicidio di Serena è lo strano suicidio di Santino Tuzi, uno dei militari presenti presso la caserma di Arce il giorno della sparizione della 18enne. Questo evento portò alla riapertura delle indagini. Il suicidio del Tuzi risulta alquanto anomalo, per una serie di elementi controversi e singolari.

Secondo la ricostruzione delle indagini, Serena sarebbe stata seviziata e stordita all'interno della stazione dei carabinieri. La ragazza era qui presente per denunciare, secondo le dichiarazioni dei suoi cari, alcuni traffici illeciti di sostanze stupefacenti. In seguito, Serena sarebbe stata soffocata ed eliminata fisicamente, presso il boschetto dell'Anitrella.