Evidenti analogie con il caso Cucchi. Ne è certo l'avvocato Fabio Anselmo: e chi più di lui può dirlo con cognizione di causa? Anselmo, infatti, è il legale della famiglia Magherini, ma anche della famiglia Cucchi, di quella Aldrovandi, ha seguito il caso Uva e difende le vittime di abusi compiuti dalle forze dell'ordine.

Lo scorso giovedì c'è stato il clamoroso e inaspettato verdetto della Cassazione che ha assolto tre carabinieri perché il fatto non costituisce reato. Erano accusati di omicidio colposo per la morte di Riccardo Magherini che avevano arrestato nella notte tra il 2 e il 3 marzo 2014 a Firenze.

Il padre di Riccardo, Guido, e l'altro figlio Andrea con il legale Ansemo, non si arrendono: intendono portare il caso alle Corti di giustizia internazionali.

Riccardo Magherini rimase ucciso dopo essere stato fermato da quattro carabinieri a Firenze, ammanettato e compresso al suolo a pancia sotto per circa 20 minuti. Era in stato confusionale per aver assunto cocaina.

Dei quattro militari, uno è stato prosciolto da subito, gli altri tre nei gradi precedenti di giudizio, erano stati condannati a pene sia pur lievi, di sette e otto mesi, per omicidio colposo.

Caso Magherini, analogie con il caso Cucchi

Una sentenza che è una forzatura rispetto al diritto. Ne è convinto l'avvocato Anselmo che dopo l'inimmaginabile verdetto della Cassazione non aveva avuto neanche la forza di commentarlo.

Come il padre di Riccardo che aveva solo detto: "Mi crolla il mondo addosso".

Ma dopo un giorno di sconforto, il legale ha rotto il silenzio, annunciando le prossime azioni. Per conto dei familiari di Riccardo, è pronto a portare fino in fondo la battaglia giudiziaria perché la Cassazione "è entrata a gamba tesa nel merito, cosa che non potrebbe fare, con una assoluzione tipicamente di merito e cioè che il fatto non costituisce reato".

L'avvocato ricorrerà alla Corte di Strasburgo. Giulio Magherini ha già annunciato che è pronto a vendere tutti i beni di famiglia per far sì che al figlio Riccardo sia resa giustizia. "Dimostreremo che è stato ucciso", ha detto. Per Anselmo, intervistato dal Corriere della Sera, nel comportamento dei militari ci sono evidenti, inquietanti, analogie con il caso Cucchi. Il legale ha riferito ad esempio il comportamento di un colonnello che a processo avviato, ha revocato una circolare in cui si istruivano i carabinieri su come eseguire un arresto usando la forza: si ammanetta una persona a terra, ma poi il soggetto deve essere alzato per farlo respirare.

Così non è stato durante il fermo di Riccardo.

Anche l'associazione stefano cucchi, intitolata al giovane morto nel 2009 dopo un arresto per stupefacenti e per la cui morte alcuni carabinieri sono sotto processo, si è mobilitata. Ha invitato chi organizzi proiezioni del film 'Sulla mia pelle' dedicato a Stefano, a diffondere il video che circola sul Web del fermo in cui Magherini prima di morire urla e chiede aiuto.

Sentenza in contrasto con le precedenti e le testimonianze

Secondo l'avvocato Anselmo, le sentenze di primo e secondo grado avevano riconosciuto le violenze subite da Magherini: la sua pericolosità al momento del fermo era nulla. Sarebbe stata perciò ingiustificata la pressione al suolo e l'immobilizzazione esercitata dai militari, riconosciute come concausa, oltre all'intossicazione da cocaina, che ha condotto alla morte il fermato.

Nei precedenti processi, inoltre, erano state acquisite le video testimonianze degli ultimi momenti di vita del fermato che chiedeva aiuto e gridava che stava morendo come poi di fatto è accaduto, e i racconti di 14 testimoni che hanno riferito di calci e percosse da parte dei carabinieri.

Anche il procuratore generale nella sua requisitoria aveva detto che se Riccardo fosse stato messo in verticale anziché lasciato a terra fino all'arrivo dell'ambulanza, poteva essere salvato. L'avvocato ora vuole conoscere le motivazioni della sentenza della Cassazione, si aspetta che arrivino prestissimo dal momento che i giudici della Suprema Corte hanno mostrato di avere "le idee molto chiare". Eppure, insiste il legale, l'assoluzione ha lasciato di sasso, basiti, giuristi e magistrati.