Nuovo attacco terroristico rivendicato dallo Stato Islamico. Il fatto è avvenuto a Melbourne, popolosa città dell'Australia, dove un uomo di origine somala ha prima scagliato la propria automobile contro un centro commerciale, innescando un incendio, e in seguito ha accoltellato tre persone ferendone due ed ammazzandone una. Successivamente, lo stesso terrorista di origine africana è stato ucciso dalla polizia e prima di essere colpito, secondo un testimone, avrebbe gridato 'Allah Akbar'. Inoltre, l'uomo aveva cercato di aggredire anche un poliziotto ma era stato raggiunto da un proiettile lanciato dai militari.

L'attentatore è poi morto in ospedale poco dopo il suo arrivo.

La rivendicazione dell'autoproclamato Stato Islamico

Le violenze compiute dall'uomo di origine somala sono state rivendicate dai militanti dello Stato Islamico. Più specificatamente, i vertici dell'organizzazione islamista radicale hanno annunciato ciò tramite l'agenzia mediatica ufficiale del Califfato 'Amaq'.

Lo stesso commissario dello stato di Vittoria, Graham Ashton, ha affermato che le autorità indagheranno sulla pista che porta al terrorismo di matrice islamista radicale. A quanto pare l'uomo era conosciuto presso le agenzie anti-terrorismo dell'Australia e, stando agli investigatori, avrebbe avuto contatti con organizzazioni terroristiche nordafricane.

La crisi dell'ISIS e lo sfruttamento della questione migratoria

La recente violenza commessa dall'uomo di origine africana potrebbe rientrare nel tentativo dell'ISIS di ritornare alla ribalta nell'ambito della 'leadership' del terrorismo internazionale e di matrice islamista radicale. Più precisamente, come riportato anche da un articolo de Il Sole 24 Ore del 2017, lo stesso autoproclamato Stato Islamico starebbe vivendo una decisa crisi e risulta essere quasi del tutto sconfitto in Siria e in Iraq.

Tenendo conto di ciò, i capi dell'ISIS starebbero cercando di amplificare a livello mondiale la loro strategia jihadista anche tramite l'utilizzo e lo sfruttamento della questione migratoria sempre più forte nell'Occidente e in Asia.

Secondo alcuni analisti l'organizzazione estremista spererebbe di riuscire a sfruttare la 'crisi identitaria' che interessa sempre più immigrati di seconda e terza generazione.

Facendo ciò, l'autoproclamato Califfato proverebbe ad attrarre giovani figli di immigrati da radicalizzare e utilizzare come 'cellule dormienti' pronte a colpire in qualsiasi momento nella 'terra del nemico'.