"Lager per negri", è questa la scritta che campeggia sopra un cartello turistico con tanto di icona che richiama l'entrata del capo di sterminio di Auschwitz. Il cartello "turistico" era spuntato nella giornata di ieri nel quartiere San Salvario, vicino al Parco del Valentino, a Torino. Il cartello era posto in corso Massimo D'Azeglio all'incrocio con via Cellini. Dopo varie indagini da parte della polizia, che cercava di risalire all'autore dell'affissione, spunta l'artista. Il suo pseudonimo è Andrea Villa, noto come "il Bansky torinese" ed ha deciso di uscire allo scoperto.

La sua era soltanto una provocazione, una sorta di esperimento sociale. Voleva sondare come avrebbe reagito l'opinione pubblica alla vista di quel cartello, così forte da squarciare la recente memoria. La sua reazione però è stata di profondo rammarico. La memoria sembra essere presa d'assalto da un'opinione pubblica sempre più schierata con l'aggressione verso lo straniero. Decine infatti sono state le reazioni positive al manifesto. "Ho letto sui social decine di commenti dove si sperava che il manifesto fosse vero, che veniva trovato divertente e che si auspicava la costruzione di questo lager. Sono disgustato", ha commentato l'artista torinese. Villa si dice di essere dispiaciuto di non aver rivendicato prima il gesto ma voleva essere sicuro della sua azione e soprattutto voleva testare la reazione dell'opinione pubblica alla vista dell'indicazione.

Sull'episodio stavano già indagando gli agenti della Digos, cercando di capire chi avesse piantato quel cartello.

Le segnalazioni e le reazioni

Le segnalazioni alla polizia sono arrivate da subito da parte dei residenti del quartiere. Subitanee sono state anche le reazioni da parte dell'opinione pubblica di tutto il Paese. Il cartello ha suscitato subito lo sdegno dalla maggior parte dei cittadini italiani che hanno visto l'immagine sui social network.

Mentre la polizia procedeva alla rimozione del segnale, qualcuno lo paragonava alla condannata scritta "Auschwitzland" sulla maglietta dell'attivista Selene Ticchi, durante il raduno di Predappio per la commemorazione della marcia su Roma. A Torino i rappresentati politici locali hanno subito condannato il gesto. "Stiamo perdendo il senso delle proporzioni, qualsiasi provocazione voglia essere questo cartello è una cosa abominevole", è stato il commento del presidente della 4° Circoscrizione, Claudio Cerrato.

La spiegazione dell'artista

Andrea Villa ha immaginato un futuro distopico, ispirato all'opera letteraria di Huxley "Mondo Nuovo", dove lo Stato fa di tutto per assecondare il volere dei cittadini, creando però in questo modo un contesto sociale classista e discriminatorio, dove l'autorità non pensa alle conseguenze dei suoi gesti e dove non c'è la voglia nè la possibilità di ribellarsi allo stato delle cose. Un futuro in cui il razzismo è la normalità e i lager di sterminio dei luoghi legalizzati. Un'opera dunque che riguarda anche il timore di un nuovo avvento del regime fascista, timore che scrittori come Alessandro Baricco, citato dallo stesso Villa, credono ingiustificato. Citando i Wu Ming e le leggi razziali del 1938, Villa arriva fino ai giorni nostri, ritenendo che in Turchia Erdogan abbia trasformato una democrazia in un regime autoritario di stampo religioso nel giro di pochi mesi.