Non c'è nessun dubbio che il Dna di "Ignoto 1" appartenga a Massimo Giuseppe Bossetti, l'uomo condannato all'ergastolo per l'omicidio di Yara Gambirasio. Lo dice la Cassazione, che in queste ore ha reso pubbliche le motivazioni della sentenza contro l'uomo. Secondo la Cassazione non è possibile che ci sia un profilo identico a quello di Bossetti, e aggiunge poi una seria di smentite di un eventuale complotto ai suoi danni. Il Dna ritrovato nelle mutandine della vittima, dunque, non può appartenere ad altri.

Il Dna è inconfutabilmente di Massimo Bossetti, le parole della Cassazione

La Cassazione ha reso note le motivazioni che hanno poi portato alla sentenza definitiva di ergastolo nei confronti di Massimo Giuseppe Bossetti, resosi colpevole di aver provocato la morte di Yara Gambirasio dopo aver tentato su di lei una aggressione a sfondo sessuale il 26 novembre 2010. "Irragionevoli le ipotesi di un complotto" dice l'istruttoria, perché le prove scientifiche di comparazione del Dna di Bossetti con quello ritrovato sul corpo della tredicenne di Brembate di Sopra sono inconfutabili. Il profilo genetico del cosiddetto "Ignoto 1" combacia con quello dell'uomo accusato e poi condannato per l'omicidio della piccola Yara Gambirasio.

La probabilità che questo profilo in loro possesso sia di un altro individuo oltre a Bossetti è ogni 3.700 miliardi di miliardi di miliardi di individui, confermato da ben 24 marcatori. Ciò significa che nessun essere umano vivente tranne Bossetti avrebbe potuto compiere il delitto.

L'ipotesi del complotto è totalmente priva di un qualsivoglia fondamento

"L'ipotesi della creazione di un profilo genetico in laboratorio nient'altro è che una fantasia dell'imputato." Lo dicono i giudici della Cassazione che hanno preso in esame il caso e che hanno poi condannato il reo all'ergastolo. Inoltre, i magistrati dell'ultimo grado di giudizio puntualizzano che se davvero qualcuno si fosse premurato di creare un profilo genetico identico al suo in laboratorio, in modo tale da farlo coincidere con quello ritrovato sul cadavere della povera Yara, i giudici non avrebbero atteso più di tre anni per risalire al colpevole.

Secondo Bossetti, infatti, si sarebbe cercata una persona a caso da poter "presentare" all'opinione pubblica in qualità di assassino nel giro di poco tempo, cosa assolutamente falsa e priva di fondamento secondo la Cassazione.