La lunga latitanza di Cesare Battisti forse sta per volgere al termine. Infatti Luis Fux, giudice del Supremo Tribunale Federale del Brasile ha ordinato l’arresto per l’ex terrorista italiano, accogliendo così la richiesta del procuratore generale Raquel Dodge. Come riporta l’emittente televisiva Globo, la misura servirebbe a prevenire il pericolo di fuga ed assicurare una prossima estradizione in Italia, dove l’estremista deve scontare una condanna per quattro omicidi. Quindi è stato revocato il provvedimento a favore dello stesso Battisti – ex membro dei Proletari armati per il comunismo (Pac), un gruppo terroristico nato in seno alla sinistra extraparlamentare negli anni ‘70 – emesso un anno fa dallo stesso magistrato, rendendo immediatamente esecutiva la richiesta di arresto.

La decisione ha colto di sorpresa Igor Tamasauskas, legale di Cesare Battisti

Non è la prima volta che il Supremo Tribunale Federale si dichiara favorevole all’estradizione di Battisti: lo aveva già fatto nel 2010, ma allora era intervenuto il presidente Lula Da Silva, che si era opposto, arrivando a concedere all’italiano la residenza permanente in Brasile proprio durante le ultime ore del suo mandato politico. Ma nel Paese sudamericano il vento sembra cambiato: il neoeletto presidente Jair Bolsonaro ha più volte assicurato alle autorità italiane l’intenzione di concedere l’estradizione.

L’avvocato di Battisti, Igor Tamasauskas, è stato colto di sorpresa dalla decisione di cui, secondo quanto dichiarato all’Ansa, sarebbe venuto a conoscenza solo attraverso i media locali; ora ci si attende che faccia ricorso contro la decisione di Fux, sostenendo che la scelta di Lula, volta a negare l’estradizione in Italia, sia da considerare irrevocabile.

La lunga latitanza di Cesare Battisti

La storia della latitanza di Cesare Battisti è davvero intricata: condannato in via definitiva all’ergastolo per quattro omicidi commessi negli anni ‘70 del secolo scorso, è stato arrestato la prima volta nel 1979 con l’accusa di banda armata.

Tuttavia è riuscito ad evadere dal carcere di Frosinone e a rifugiarsi prima in Francia e poi in Messico, dove è vissuto fino al 1990, quando è ritornato a Parigi. A quel punto è cominciata una lunga battaglia per ottenere l’estradizione dell’ex terrorista, conclusasi con la sua fuga in Brasile, proprio quando l’Italia aveva ottenuto di poter riportare in patria l’estremista dei Pac. Dopo il suo arresto, avvenuto nel 2007, è partita una nuova disputa legale con le autorità di Brasilia, a cui ha posto termine la decisione di Lula di concedergli lo status di rifugiato.

Ma già l’anno scorso Battisti è stato nuovamente arrestato in Mato Grosso mentre tentava di attraversare il confine con la Bolivia con un una somma di denaro non dichiarata: probabilmente un nuovo tentativo di fuga, visto il cambiamento della situazione politica in Brasile. Ed in effetti, non appena eletto, il presidente Jair Bolsonaro, che entrerà nel pieno delle sue funzioni a partire dal nuovo anno, ha subito assicurato il suo impegno per assicurare l’ex terrorista alla giustizia italiana.