Ancora sangue, due giovani donne sono state uccise a causa della follia di qualcuno che diceva di amarle. Nel caso della giovane donna sarda assassinata, Michela Fiori, il marito Marcello Tilloca, un imbianchino di 42 anni si è recato dai carabinieri insieme al suo avvocato per costituirsi, raccontando agli inquirenti di averla strangolata nella casa in cui vivevano. L'altro bagno di sangue odierno è avvenuto in Calabria e a perdere la vita sono state due persone: Francesca Petrolini e il suo attuale compagno Rocco Bava. Sul tavolo degli inquirenti aleggia il sospetto che questo duplice omicidio possa essere stato commesso da un ex compagno della vittima che, sempre secondo gli investigatori, potrebbe non aver accettato la fine della relazione.

L'assassinio è avvenuto davanti alla tabaccheria gestita dalla vittima. Ancora sangue di giovani donne schiacciate sotto il peso di una relazione malata dunque. I dati aggiornati a novembre parlano ben 93 donne uccise, numeri drammatici.

Ancora un femminicidio, due donne assassinate

Anche in questo caso il Leitmotiv di questi efferati crimini rimane la possessione che alcuni uomini scambiano per amore, incapaci di rifarsi una vita ed arrendersi alla fine di una relazione. Le ricerche dell'Istat, infatti, parlano di una condizione drammatica per le donne che purtroppo non riguarda solo il nostro Paese, ma tutto il mondo. Dai dati in loro possesso risulta che nel mondo una donna su 3 ha subito violenze e la stragrande maggioranza di questi crimini è stata commessa da qualcuno di molto vicino alla vittima, come un compagno o un famigliare.

In Italia non va meglio, ogni tre giorni una donna perde la vita.

L'importanza di denunciare, codice rosso per le violenze

Qualche settimana fa è stato approvato il cosiddetto ''Codice rosso'' per aiutare le donne vittime di violenze. Secondo questa legge, in caso di denuncia, la donna ha diritto di essere subito messa in contatto con un magistrato affinché possa ascoltarla e prendere le giuste precauzioni in sua protezione.

''Con l’introduzione di questa norma non c’è più la discrezionalità nel valutare l’urgenza, cioè all’atto della denuncia va informata immediatamente l’autorità giudiziaria e il magistrato, entro tre giorni, dovrà contattare la donna che ha sporto denuncia per ascoltare la sua versione”. Queste le parole del ministro della giustizia Alfonso Bonafede.