'Sono in Italia per rubare': senza peli sulla lingua, sfacciato e sprezzante, l'aveva apertamente dichiarato alla polizia italiana, come riportato su numerose testate ma ancora senza una conferma ufficiale delle Forze dell'Ordine, che una decina di anni fa l'avevano fermato per poi doverlo rilasciare. Quell'uomo, un moldavo 29enne, è stato ucciso dal gommista Fredy Pacini che l'ha sorpreso nella sua azienda di Monte San Savino, Arezzo, dove la notte dello scorso 29 novembre si era introdotto per rubare gomme e biciclette da corsa.

Alla polizia c'è chi se lo ricorda ancora: agli agenti non aveva fatto mistero delle sue reali ragioni di ingresso nel nostro Paese dove era appena tornato lo scorso settembre.

Moldavo ucciso, era un latitante

Aveva un curriculum criminale di tutto rispetto, il Moldavo ucciso da Fredy Pacini all'interno della sua ditta. Dalla sua, una sfilza di precedenti penali 'collezionati' da quando aveva 19 anni, un decennio di carriera criminale per ricettazioni, lesioni personali, danneggiamenti, furti in case e garage. Sul malvivente gravava un ordine di cattura della procura di Milano e quindi era di fatto un latitante.

Specializzato nel furto di bici di valore, le piazzava sul mercato moldavo. Questo spiega la sua realtà di pendolare' del crimine, per qualcuno un 'migrante' del furto, che in Italia doveva scontare una condanna di due anni e otto mesi per il furto di biciclette a Sondrio.

Se si fosse costituito, ora probabilmente sarebbe vivo.

Intanto è emersa anche una sorprendente novità. Le generalità del ladro ucciso, finora diramate dalle forze dell'ordine, non corrispondono a verità. O meglio: usava sul passaporto il cognome della moglie, pratica consentita in Moldavia, per aggirare controlli e guai. Il suo vero nome non è Vitalie Tonjoc, ma Vitalie Mircea.

E' stato confermato il riconoscimento da parte della sorella che vive in Italia e che si è presentata ai carabinieri.

Fredy Pacini si è avvalso della facoltà di non rispondere

Sconvolto e provato da quanto accaduto nella sua azienda, Fredy Pacini, accusato di eccesso colposo di legittima difesa, comparso davanti al pm Andrea Claudiani, è scoppiato in lacrime e si è avvalso della facoltà di non rispondere.

D'accordo con i suoi legali, Giacomo Chiuchini e Alessandra Cheli, preferisce aspettare la relazione del medico legale che sarà pronta tra 60 giorni.

L'autopsia sul corpo del moldavo ha chiarito che è stato raggiunto da due colpi. Il primo a un ginocchio, il secondo, quello mortale, andato più in alto, l'ha colpito all'altezza del bacino lesionando l'arteria femorale e procurando uno shock emorragico che ne ha causato la morte. Ma la direzione del proiettile richiederà una perizia balistica.

Il proiettile che ha ucciso il moldavo sarebbe 'rimbalzato' in maniera strana: ciò alleggerirebbe la posizione di Pacini. I suoi legali hanno chiarito che andranno fatti sopralluoghi nell'azienda per stabilire la traiettoria del proiettile.

Nel frattempo, Pacini vuole e deve continuare la sua vita. Da qui a 60 giorni non rilascerà dichiarazioni.

Pieno di tristezza e rammarico per quello che è successo, per i legali Pacini ha difeso la propria persona da due aggressori sicuramente armati di un piccone e di un cacciavite, non si sa se anche di altre armi, quindi il patrimonio, Per la prima volta, almeno da quattro anni a questa parte, l'imprenditore aretino non ha dormito nella sua ditta.

Dopo numerosi furti, tentati e realizzati, l'uomo si era infatti abituato a dormire in un giaciglio di fortuna al piano superiore dell'azienda. E da lì l'altra notte, dopo aver sentito il rumore di una vetrata infranta è sceso, ha sorpreso uno dei due ladri e ha sparato.

L'altro complice è tuttora ricercato. In queste ore si sta mettendo in dubbio il numero di furti dichiarati da Pacini, 38: per i carabinieri di Cortona non risultano, sarebbero molto meno. Intanto circa 1500 cittadini hanno partecipato alla fiaccolata per l'imprenditore. A spaventare Monte San Savino è l'autostrada che porterebbe ladri.