Una forte scossa di Terremoto di magnitudo 4.9 della scala Richter, nel cuore della notte di Santo Stefano, precisamente alle 3:19, ha colpito le pendici sudorientali dell'Etna, con epicentro individuato dall'Ingv (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) fra i comuni di Viagrande e Trecastagni. L'ipocentro del forte sisma è stato localizzato ad appena 1 chilometro di profondità e, proprio per questo, gli effetti della scossa sono stati notevolmente amplificati in superficie. Non solo danni materiali alle chiese e alle abitazioni, ma anche 10 feriti nella zona dell'epicentro, per fortuna tutti non in gravi condizioni.
Moltissime le persone momentaneamente sfollate per permettere le verifiche necessarie ai Vigili del Fuoco che, dalle prime ore, hanno soccorso la popolazione locale. Un ottantenne è stato soccorso ed estratto vivo dalle macerie della sua abitazione.
Danni gravi a Fleri (Zafferana Etnea) e Santa Venerina. Paura fra la popolazione
La scossa è stata fortemente avvertita, nel cuore della notte, in moltissimi comuni della provincia di Catania, anche nello stesso capoluogo. Ma è 30 chilometri a nord della città di Catania che si è diffuso il panico, con l'allarme lanciato, in prima istanza, dai profili social di alcuni utenti che hanno iniziato a postare foto e testimonianze di ciò che era appena accaduto.
Grosse crepe e lesioni evidenti si sono aperte sul manto stradale e nelle abitazioni. Alcune case, invece, sono state sventrate dal terremoto e lasciano intravedere, fra mobili dismessi e macerie di muri portanti e solai, il loro interno distrutto.
I danni più gravi si riscontrano in Via Vittorio Emanuele a Fleri, frazione del comune di Zafferana Etnea.
Nella mattinata, diverse famiglie hanno chiesto aiuto ai vigili del fuoco per il recupero di beni di prima necessità e medicinali dalle loro abitazioni, momentaneamente inagibili per permettere le verifiche da parte della Protezione Civile. Danni anche alla chiesa di Santa Venerina con il crollo di calcinacci dalla facciata.
Disagi anche per la viabilità con la disposizione momentanea della chiusura di un tratto dell'autostrada Catania-Messina.
La parola agli esperti Alessandro Amato e Carmelo Monaco
Ai microfoni di SkyTG24 l'esperto Alessandro Amato, dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, rilascia una dichiarazione in cui dice: "Non si può prevedere se ci saranno altre scosse importanti. Siamo in piena attività sia vulcanica che sismica". Il direttore del Dipartimento di Geofisica all'Università di Catania, Carmelo Monaco, spiega il fenomeno ai microfoni dell'AdnKronos. “Siamo in presenza di una tipica attività della zona in cui periodicamente movimenti tettonici ed eruzione dell’Etna si alimentano a vicenda.
Il tutto parte da un processo tettonico di apertura che richiama il magma la cui fuoruscita crea un disequilibrio nel sistema attivando la faglia e causando il sisma. In genere, si tratta di terremoti molto superficiali che hanno la caratteristica di causare danni significativi se rapportati all’entità, ma in un raggio d’azione molto circoscritto”. Nella zona, ricorda l’esperto, “sono molti i terremoti registrati negli anni passati e tutti con le stesse caratteristiche. Si tratta sempre di terremoti legati all’attività del vulcano. Una sorta di gioco tra attività vulcanica e tettonica”.