"Meglio bagnato di pipì piuttosto che vestito di rosa". E' l'assurda convinzione di una mamma torinese che - qualche giorno fa - ha rimproverato le maestre di suo figlio "colpevoli" di avergli fatto indossare degli abiti di colore rosa. Il piccolo, iscritto all'asilo, si era sporcato per ben tre volte e le insegnanti sono ricorse a dei vestiti di emergenza. "Un colore vale altro" hanno pensato. Come riportato dal quotidiano La Stampa, però, quella che a molti poteva sembrare una scelta dettata dal buon senso, in realtà, ha mandato su tutte le furie i genitori del bimbo.
Il piccolo si è bagnato per tre volte
Venerdì 7 dicembre, un bimbo iscritto alla scuola dell'infanzia "Peter Pan" di Chivasso (comune ad una ventina di km da Torino), per ben 3 volte non è riuscito a raggiungere il bagno in tempo e si è fatto la pipì addosso. In un asilo è "ordinaria amministrazione" e, quando capita, le insegnanti utilizzano i ricambi che, settimanalmente, i genitori consegnano. Purtroppo, al "terzo incidente", nell'armadietto del piccolo allievo non vi era più biancheria pulita. Le maestre dell'asilo di via Paleologi, dunque, sono dovute ricorrere a degli abitini di emergenza. Così, gli hanno fatto indossare delle mutandine di colore rosa e dei pantaloni fucsia (gli unici della sua taglia).
In fondo, un colore vale un altro: "L'importante è che il piccolo sia asciutto e pulito".
La protesta della mamma
A fine giornata, le maestre, hanno riconsegnato il bimbo alla madre spiegandole quanto accaduto. La donna, al momento, non ha commentato, ma il lunedì mattina si è presentata a scuola con un biglietto contenente un messaggio veramente particolare ed inaspettato: "Vi ringrazio per i pantaloncini fucsia e per le mutandine rosa che avete prestato a nostro figlio.
Ma le regole sociali non le abbiamo scritte noi. Era meglio se lo lasciavate bagnato, in quanto la pipì asciuga, piuttosto che vestito da femmina". Il biglietto, si concludeva poi: "E con le idee sull'identità di genere in conflitto" che, in un sol colpo, è riuscito a cancellare anni e anni di conflitti volti a scardinare cliché ed imposizioni di genere.
Le lamentele della mamma hanno stupito non poco le insegnanti dell'asilo; la vicaria, Enrica Venneri, ha voluto replicare alle accuse difendendo a spada tratta l’operato delle operatrici. "Le maestre - ha spiegato - si sono comportate usando il buon senso. Non si poteva lasciare un bambino con tutti i pantaloni bagnati. Hanno anche chiamato i genitori del piccolo per avvisare che avevano bisogno di biancheria di ricambio".