La delinquenza passa anche attraverso la morte. Questo è quanto successo a Bologna dove i carabinieri hanno scoperto un vero e proprio 'giro' di denaro legato alla segnalazione dei defunti da parte degli infermieri. Questi ultimi erano incaricati da alcune pompe funebri della città felsinea di avvicinare i parenti dei pazienti da poco defunti e di 'convincerli' ad affidarsi a una di queste agenzie: il 'lavoro' veniva ricompensato con somme tra i 200 e i 300 euro a defunto.
L'indagine ha portato all'arresto di 30 persone al termine di un'operazione guidata dai carabinieri di Bologna: la notizia ha sconvolto il capoluogo emiliano.
Le agenzie funebri pagavano gli infermieri: i fatti scoperti dai carabinieri
Sono 30 le persone finite in manette, 43 le perquisizioni eseguite e un sequestro di ben 13 milioni di euro: questi i numeri dell'importante operazione guidata dai carabinieri di Bologna che ha permesso di 'smantellare' l'imponente traffico legato alle morti in ospedale.
Le indagini hanno permesso di sgominare una vera e propria associazione a delinquere che comprendeva due pompe funebri della città e alcuni infermieri dei due maggiori ospedali: l'Ospedale Maggiore e il Policlinico Sant'Orsola-Malpighi.
Nello specifico gli infermieri dovevano avvicinarsi alla famiglia dei defunti convincendoli a contattare i referenti delle due agenzie funebri a loro 'legate' per permettergli di seguire il funerale e le pratiche di sepoltura del defunto.
Per questo 'favore' che gli infermieri facevano alle agenzie veniva corrisposto loro un compenso che andava dai 200 ai 300 euro a 'segnalazione'. Il ruolo degli infermieri poteva anche essere quello di contattare i referenti delle pompe funebri non appena di verificava un nuovo decesso in modo da permettere loro di essere i primi a presentarsi in ospedale per proporre i propri servizi ai parenti del defunto.
Oltre a questo, i carabinieri hanno anche accertato veri e propri episodi di furto ai danni delle salme ed anche di atti di spregio nei confronti delle stesse. Stando alle intercettazioni degli indagati, infatti, si scopre come le salme venissero 'ridicolizzate' mettendo in mano dei defunti del cibo ("il morto, aspettando la barella, ha avuto fame..." dice un indagato raccontando l'episodio di una buccia di banana messa in mano a un defunto), oppure che venissero derubate di oggetti considerati di valore ("ho trovato due anelli, li ho già messi in borsa" dice un indagato ad un altro).
L'indagine, come detto, ha portato a 30 misure cautelari, 43 perquisizioni e 13 milioni di euro sequestrati.