Il clamore mediatico che è stato sollevato dopo l'estradizione dalla Bolivia di Cesare Battisti e la sua incarcerazione si va stemperando. Al di là delle colpe di un uomo condannato a suo tempo all'ergastolo, il circo che è stato predisposto in occasione del suo arrivo in Italia è stato decisamente di cattivo gusto, ma fa parte di una macchina propagandistica attiva quotidianamente sui social network. Dunque oggi esistono numerosi italiani che professano la loro molto presunta cultura sugli 'Anni di Piombo', quando fino ad un mese fa sconoscevano l'esistenza di Battisti.
Tra questi, anche coloro che ritengono che le piazze e le vie in giro per il Paese siano intitolate a lui, anziché all'omonimo patriota: la dice lunga sull'infimo livello di conoscenza storica e sull'ignoranza abissale in cui è ormai precipitata l'Italia. Tra costoro, ovviamente, nessuno conosce le vicende giudiziarie che hanno portato alla condanna dell'ex militante dei PAC, un processo che onestamente presenta parecchie contraddizioni. A sposare questa linea è anche Vittorio Feltri e ben conoscendo le sue idee politiche, il parere in questione risulta tremendamente obiettivo. Lo spunto per un editoriale su Libero, la testata da lui diretta, parte dal parere recentemente espresso da Piero Sansonetti che ha mosso dubbi sulle prove che hanno portato alla condanna di Cesare Battisti.
Feltri lo definisce "onesto ed in buona fede" e si dice d'accordo con lui in merito ai dubbi sulla sentenza in questione.
Sotto accusa anche 'il can-can mediatico'
"Le prove della colpevolezza di Battisti non mi convincono appieno". Feltri esprime un parere personale che, peraltro, è condiviso anche da altri giornalisti e storici dell'epoca. "Non sono sicuro che i processi contro il combattente filosovietico si siano svolti in maniera corretta, ma è anche vero che a quasi 40 anni dai fatti è difficile fare accertamenti. Oltretutto le sentenze in giudicato sono innappellabili e non si possono contestare". Ma il direttore di Libero punta l'indice su un'altra questione. "Un can-can mediatico per la cattura di un condannato all'ergastolo non ha senso, è stata più scandalosa una giustizia incapace per anni di riportarlo in patria".
'Battisti non è il simbolo dello scempio compiuto dai terroristi'
Vittorio Feltri si appella ai suoi ricordi degli Anni di Piombo. "La sinistra in fondo faceva il tifo per gli assassini comunisti e li riteneva amici di famiglia, ma da qui a trasformare Battisti nel simbolo di uno scempio, quello compiuto dai terroristi, ne passa. Se è un criminale, è logico che deve scontare la pena che gli venne inflitta, ma organizzare una specie di sagra a Ciampino per il suo rimpatrio è di cattivo gusto". Feltri considera eccessiva anche la misura dell'isolamento diurno nel carcere di Oristano e la definisce "una variazione delle classiche torture, manca solo che gli vengano assestati due calci in bocca tutte le mattine.
Questa cosa ripugnante andrebbe abolita". Il principio è quello che "nessuno uomo o donna va considerato immondizia e mortificato, purtroppo chi ci governa ignora le regole elementari della civile convivenza e meriterebbe di provare la galera".