Tutto il mondo è rimasto per tredici giorni con il fiato sospeso. Julen non ce l'ha fatta, il suo corpo è stato localizzato dai soccorritori intorno all'1:25. A dare il triste annuncio è stato il delegato del governo in Andalusia, Alfonso Rodriguez Gomez de Celis, attraverso un tweet: "Le mie condoglianze alla famiglia". I genitori sono stati informati in tempo reale e, contestualmente, è stata attivata la commissione giudiziaria per i rilevi del caso. Le speranze di ritrovare il piccolo ancora in vita si erano ridotte al lumicino.

Il triste annuncio del delegato del governo

Il bambino, appena due anni, era caduto in un pozzo posizionato nei pressi del comune di Totalàn, comune non distante da Malaga, domenica 13 gennaio. Da quel giorno è iniziata una disperata corsa contro il tempo per cercare di tirarlo fuori dal pozzo profondo 110 metri e largo 25 centimetri. Operazioni complicate dalla composizione del terreno composto in alcuni tratti da una roccia che ha ceduto solo dopo l'esplosione di quattro micro cariche di dinamite (come precisato dal portavoce della Guardia Civile). Condizioni che hanno inevitabilmente rallentato le operazioni di soccorso alle quali hanno preso parte oltre trecento persone che hanno lavorato ininterrottamente nella speranza di salvare Julen.

Alla delicata missione hanno partecipato, tra gli altri, il Collegio di Ingegneria e strade di Malaga e la società svedese di strumenti di precisione che alcuni anni fa riuscì ad individuare i trentatré minatori cileni rimasti intrappolati sottoterra dopo una frana. I tecnici sono riusciti a localizzare il corpo del bimbo di due anni dopo aver scavato un tunnel orizzontale di 3,8 metri.

Il dramma dei genitori di Julen

Nonostante le speranze di ritrovare in vita il bambino si fossero affievolite, i genitori, che avevano già perso un altro figlio (Oliver), non avevano mai smesso di credere nel miracolo. "Un angelo ci aiuterà, nessuno può capire ciò che stiamo passando" - aveva riferito il padre che prima della triste notizie aveva accusato un leggero malore.

José Rosello è stato immediatamente soccorso da un'ambulanza dopo essere stato colpito da un attacco d'ansia. Un crollo emotivo dopo tredici lunghi giorni vissuti in apnea e nella convinzione di vedere Julen tirato fuori da quel pozzo artesiano trasformatosi in una trappola mortale.

Una vicenda che ha ricordato il dramma di Alfredino Rampi, morto in analoghe circostanze a Vermicino (Roma) il 13 giugno 1981 con l'unica differenza che il bimbo spagnolo, in questi giorni di ricerche, non ha mai dato segnali di vita. La notizia della morte del piccolo ha fatto il giro del mondo ed in tanti hanno voluto esprimere la propria vicinanza alla famiglia con messaggi di cordoglio e dolci pensieri accompagnati dall'hashtag #julen.