Ha usato il guinzaglio del cane come arma di offesa. L'ha stretto al collo di una donna 'colpevole' di non voler più subire offese e violenze e di voler fare le sue scelte in piena libertà. L'avrebbe potuta anche uccidere. Il gravissimo episodio è accaduto a Napoli.

L'aggressore non tollerava l'idea che la compagna lo volesse lasciare, e ha agito così pubblicamente, in strada, in pieno centro, ai Gradoni a Chiaia. Ciò ha permesso di dare l'allarme e far intervenire una pattuglia della polizia locale che lo ha arrestato. Il fatto è accaduto sabato scorso verso le sei del pomeriggio, ma è stato reso noto solo ora.

Compagna percossa e tenuta al guinzaglio, il fatto

Molti testimoni hanno assistito al fatto, tra loro anche un lavorante di un bar poco distante dai Gradoni a Chiaia dove l'uomo aveva appena preso il caffé come d'abitudine quotidiana. Il barista ha raccontato al cronista de 'Il Mattino' che l'aggressore ha poi sceso le scale della via per raggiungere la fidanzata che stava portando a spasso il cane. A quel punto ha scatenato una violenza inaspettata e incontrollabile: dopo aver minacciato di uccidere il cane, ha picchiato la compagna, quindi ha preso il guinzaglio dell'animale e l'ha messo al collo della donna trascinandola per strada fino al punto di farla svenire. Tutto è avvenuto in pochi attimi.

Di fronte a questa scena sconvolgente, sono intervenute più persone che lo hanno atterrato.

La vittima dell'aggressione è stata soccorsa e adagiata su due tavoli del bar perché per circa venti minuti non dava segni di riprendere conoscenza. Finché non è arrivata l'ambulanza che l'ha trasportata all'ospedale Cardarelli. La donna è poi rinvenuta e le sono stati riscontrati traumi guaribili in 21 giorni.

Intervento della polizia locale e arresto dell'aggressore

Nel frattempo, una pattuglia della polizia locale di via Chiaia chiamata da alcuni testimoni era intervenuta sul posto e aveva fermato l'uomo sottraendolo al linciaggio. Davanti agli agenti, l'aggressore ha cercato di giustificarsi sostenendo che la donna aveva avuto un malore che sarebbe stato provocato da una carenza cronica di ferro, e che lui aveva solo cercato di farla riprendere.

Una motivazione ben poco convincente, smentita dalle persone intorno che lo insultavano denunciando l'episodio di violenza.

Portato prima in un locale pubblico per essere sottratto alla folla, poi negli uffici della polizia locale, l'uomo è stato identificato, quindi arrestato su disposizione del pm di turno. Nel frattempo la donna dopo essersi un po' ripresa è stata sentita in ospedale: agli agenti ha raccontato che il compagno aveva già avuto reazioni violente motivate da un'insana gelosia. Il pomeriggio dello scorso 29 dicembre, l'ha raggiunta in strada dopo che lei aveva fatto i bagagli per andarsene e lasciarlo definitivamente. Per questo, stava aspettando un taxi quando lui l'ha aggredita e sopraffatta con un guinzaglio.

L'uomo, giudicato per direttissima, è stato condannato a un anno e quattro mesi con pena sospesa in base alle leggi vigenti. E' stata applicata anche la misura cautelare del divieto di avvicinamento alla vittima. Ma i casi di cronaca spesso raccontano che chi voglia reiterare condotte aggressive verso ex compagne che cercano solo di sfuggire alle violenze, lo fa aggirando qualsivoglia divieto.

L'anno appena concluso è finito male: l'ultimo rapporto Eures dice che tra il 2000 e i primi dieci mesi di quest’anno, le donne uccise sono state 3.100, una media di più di tre a settimana, ci sono stati 106 femminicidi in 10 mesi, pari a uno ogni 72 ore. E il 2019, con quest'azione di violenza e umiliazione verso una donna trattata come bestia, non inizia meglio.