I vicini li descrivono come una famiglia tranquilla. Eppure padre e figlio sono rimasti coinvolti, nella mattinata di venerdì 4 gennaio, in una sparatoria all’interno della propria abitazione in una palazzina popolare a Guidonia, vicino Roma. Si tratta di un uomo di 62 anni e del figlio ventiquattrenne, entrambi feriti. Il primo è stato colpito alla gamba da un proiettile mentre il secondo è stato malmenato nel corso di una violenta colluttazione in cui è stato usato anche il calcio di una pistola per percuoterlo in testa. L’episodio si è verificato intorno alle 11,30 con le due vittime che sarebbero state aggredite da tre persone armate.

Dopo la chiamata al 112 sono arrivati i soccorsi: il padre, più grave, è stato portato in codice rosso al Policlinico Umberto I di Roma mentre il figlio è stato curato all’ospedale di Tivoli.

Le vittime parlano di una rapina, ma gli inquirenti non trascurano altre ipotesi

Sul posto sono giunti anche i carabinieri che ora indagano sull’accaduto. I due hanno giustificato l’aggressione sostenendo di essere stati vittime di una rapina in casa. Ma, secondo quanto ha riportato Il Tirreno, nulla sarebbe stato portato via dall’appartamento, in cui la famiglia vive da anni. Del resto appare strano che dei banditi abbiano scelto di compiere una rapina così feroce all’interno di un complesso di case popolari.

I militari dell’Arma stanno vagliando tutte le ipotesi anche se appare più probabile quella di un raid punitivo, contro i due feriti. Un movente potrebbe ad esempio essere stato fornito da qualche sgarro compiuto nel mondo dello spaccio di droga, magari per una partita di stupefacenti non pagata; oppure potrebbe essersi trattato di un assalto legato al racket delle case popolari, fenomeno in larga crescita a Roma.

Il racket delle case popolari a Roma

Infatti i gruppi malavitosi della capitale da alcuni anni hanno iniziato a gestire l’occupazione delle case popolari a suon di minacce, violenze, sfratti forzosi dagli alloggi e perfino una gambizzazione com'è recentemente emerso nel processo di appello in cui sette persone, legate al clan degli Spada di Ostia, sono state condannate a pene complessive per oltre 50 anni di detenzione.

Eppure i due feriti negano ogni altra ipotesi e continuano a sostenere di aver subito una rapina: “Ci hanno detto che volevano i soldi” - ripetono agli inquirenti. Spetterà ai carabinieri del Nucleo investigativo di Frascati e del Comando di Guidonia cercare di ricostruire cosa è davvero accaduto in quell’appartamento.