Sarebbe il primo caso dell’anno di meningite in Sardegna. La vittima è un giovane di 20 anni, come riportano i giornali locali, originario di un paesino nella provincia di Sassari giunto al pronto soccorso dell’ospedale Santissima Annunziata di Sassari, nella giornata del 15 gennaio, in codice rosso con un quadro clinico altamente compromesso. Le sue condizioni sono apparse da subito gravi, come riportano i medici della struttura, tanto da essere immediatamente trasportato nel reparto di Rianimazione. Il giovane è morto qualche ora dopo il suo arrivo.

La diagnosi fatta dai medici dell’ospedale è di una rara forma della malattia causata da un batterio che prende il nome di Neisseria meningitidis.

La profilassi antibiotica

Dopo il decesso è stata subito avviata la profilassi antibiotica, utile per la copertura immunologica, per il personale sanitario e per i parenti entrati in contatto con la vittima. Inoltre l’ospedale si è premurato di denunciare il fatto, procedura obbligatoria in questi casi, alle autorità competenti affinché possa essere avviata la profilassi anche per tutte le persone che sono entrate in contatto con il giovane.

La diagnosi

Nel pomeriggio di ieri sono iniziati gli accertamenti sulla morte che sono poi terminati nella tarda serata.

La diagnosi ufficiale, arrivata dalla struttura complessa di Microbiologia e Virologia, è di “meningite da meningococco legata al sierogruppo Y”. La diagnosi è stata confermata anche dalla struttura di Igiene e controllo delle infezioni ospedaliere.

A causare questa rara forma di meningite è un batterio specifico, la Neisseria meningitidis che colpisce, in particolar modo, i neonati, gli adolescenti e i giovani adulti.

Il contagio avviene tramite via area, attraverso quelle che gli igienisti chiamano “droplets” cioè le goccioline di saliva infette. Inoltre, la malattia è più diffusa nelle stagioni invernali e primaverili.

Il professor Andrea Piana dell'ospedale di Sassari ha sottolineato l’importanza di denunciare subito la diagnosi con l’identificazione del sierogruppo, in modo che il Sistema sanitario possa avviare la sorveglianza.

Il professore ha spiegato, inoltre, che tale procedura consente di confermare il sospetto clinico riguardante la meningite ma anche di eseguire la profilassi antibiotica su tutti i contatti e di accertare definitivamente il sierogruppo dell'infezione.

Il responsabile della struttura di Igiene Paolo Castiglia, ha inoltre rassicurato che l’informazione è stata trasmessa al Tavolo regionale per il controllo dell’infezione e per sorvegliare se i genotipi stiano aumentando o riducendo la loro frequenza.

Il sierotipo Y, responsabile della morte del giovane sassarese, è più raro rispetto a quelli che hanno causato l’infezione in altre due persone negli ultimi anni.