Un giallo diplomatico sta scuotendo il governo italiano. Ancora non è chiaro cosa sia accaduto alla 17enne figlia di Jo Song-gil, ex ambasciatore nordcoreano a Roma. Secondo Thae Yong-ho, diplomatico un tempo in servizio a Londra, la ragazzina è stata rimpatriata a forza, mentre la Farnesina in una nota ha sostenuto che la giovane aveva fatto richiesta di rientrare per tornare dai nonni. Nelle scorse ore la sinistra (sostenuta anche da Cinque Stelle e Amnesty International), ha chiesto al ministro dell'Interno Matteo Salvini di riferire in Parlamento.
Questione di ambasciate
Matteo Salvini non ha intenzione di riferire in aula relativamente alla scomparsa della figlia dell'ex ambasciatore: "In Parlamento - ha spiegato dai microfoni di Radio Anch'io - vado a riferire per quello è di mia conoscenza e di mia competenza". "Di questa vicenda - ha poi puntualizzato - non ne sapevo un accidente. Di cosa dovrei riferire?".
Il ministro dell'Interno, dunque, ha rilanciato la palla al ministro degli Affari esteri Enzo Moavero Milanesi spiegando che questa faccenda riguarda il suo ministero. "Se una ragazza ha deciso di ritornare nel suo Paese, dai nonni, e ha preso un aereo di linea superando tutti i controlli, cosa dovrebbe fare il ministro dell'Interno?" ha concluso poi il leader della Lega.
Il mistero
Anche se Salvini non pare particolarmente interessato alla questione, il mistero va comunque risolto. Il ministro degli Affari esteri ha dichiarato: "Stiamo seguendo con i servizi competenti e presto trarremo le conclusioni", mentre il Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica) già da tempo segue la vicenda, sebbene il caso sia scoppiato in questi giorni, tutto è iniziato in effetti tre mesi fa.
Il 5 dicembre scorso, l'ambasciata della Corea del Nord a Roma ha ritenuto opportuno informare la Farnesina che Jo Song Gil, ex incaricato d'affari, e la consorte in data 10 novembre avevano lasciato l'ambasciata. Anche la loro figlia, 17 anni, pochi giorni più tardi (il 14 novembre) era tornata in Nord Corea in quanto aveva chiesto di poter far rientro per raggiungere i nonni.
Così, come da prassi, il personale femminile dell'ambasciata l'aveva accompagnata. In merito, come ha precisato, il ministero degli Affari esteri, non si disponeva di altra informazione.
Secondo Thae Yong-ho, diplomatico rifugiato a Seul, la giovane sarebbe stata rimpatriata a Pyongyang. Forse sarebbe stata prelevata addirittura a Roma. Rimangono un mistero anche le sorti di Jo Song Gil e della moglie. Non si esclude che l'ex ambasciatore, per sfuggire al potere di Kim Jong-un abbia chiesto asilo ad un paese occidentale.