Da Milano arriva una storia di discriminazione che lascia l'amaro in bocca. Un disabile milanese, Edoardo Lucheschi, è stato costretto a scendere dal treno perché a bordo del convoglio c'era giù un'altra persona portatrice di handicap. Un controllore Trenord fin troppo solerte, regolamento alla mano, gli ha spiegato che avrebbe dovuto segnalare la sua presenza in anticipo. L'increscioso episodio è accaduto lo scorso venerdì, tra le stazioni milanesi di Cadorna e quella di Bovisa.

Un disabile di troppo

Edoardo Lucheschi, ha 45 anni ed è disabile al cento per cento.

18 Anni fa, a soli 27 anni, uno shock anafilattico provocato da un'allergia alimentare, gli ha bloccato quasi totalmente il corpo e ha compromesso irreversibilmente la sua capacità di parlare (può solo bisbigliare).

L'uomo, accompagnato dalla sua badante, venerdì scorso poco dopo le 17:00, avrebbe dovuto raggiungere dalla stazione di Milano Cadorna la stazione di Bovisa. Un tragitto breve (circa 7 minuti) che Lucheschi ha percorso molte altre volte: infatti, spesso e volentieri, accompagna la donna che l'assiste a prendere la figlia a scuola. Per lui è un'occasione per uscire di casa e fare qualcosa di diverso.

Dopo essere salito sul treno (non particolarmente affollato), Edoardo, si è sistemato in una carrozza, a fianco della sua accompagnatrice avendo cura di ripiegare la carrozzina (in modo da non intralciare il passaggio degli altri passeggeri).

Poco prima della partenza, però, un controllore lo ha raggiunto e, senza troppi giri di parole, lo ha invitato a scendere in quanto non aveva segnalato la sua presenza a bordo con almeno 48 ore di anticipo, Inoltre, sul convoglio, c'era già un altro disabile e, secondo il controllore, il regolamento Trenord vieta a due passeggeri disabili di viaggiare contemporaneamente.

Edoardo e la sua accompagnatrice, basiti, hanno obbedito e sono scesi. Una volta tornato a casa, però l'uomo piangendo per l'umiliazione e la rabbia, ha messo nero su bianco quanto accaduto.

La denuncia del fratello

Il fratello di Edoardo, Stanislao Lucheschi, avvocato, messo al corrente del vergognoso episodio ha scritto una mail di protesta e denuncia a Trenord.

L'uomo ha puntualizzato che Edoardo non richiedeva assistenza e non necessitava di un sedile particolare: "Si era già sistemato e stava benissimo". Poi, ha aggiunto che il controllore si è appellato ad un regolamento che sembra non esistere. Sul sito di Trenord, infatti, si fa cenno solo al fatto che sia necessario comunicare anticipatamente la presenza di una persona disabile solo nel caso in cui si abbia bisogno di assistenza anche da parte del personale di bordo.

Ieri, lunedì 25 marzo, Lucheschi ha ricevuto ben 7 messaggi di risposta da Trenord. Di questi, però, solo uno era pertinente all'accaduto. Nella mail la società di trasporto si è scusata definendosi 'profondamente rammaricata per quanto accaduto' ed ha annunciato un'indagine interna.

Trenord ha anche proposto un incontro chiarificatore, ma la famiglia Lucheschi, per ora, non sembra propensa ad accettare. "Mio fratello - ha spiegato Stanislao - è ancora molto abbattuto e avvilito". Un pizzico di flessibilità e disponibilità, infatti, avrebbe evitato l'allontanamento. Come ha voluto rimarcare Stanislao, quando si lavora, è necessario avere un po’ di cura e attenzione all’umanità che ci circonda. In fondo, tutti abbiamo vulnerabilità e i disabili non sono gli unici ad essere fragili.

L'avvocato, che ha voluto presentare denuncia per evitare che un episodio del genere si ripeta, ha concluso: "E' stato umiliante e discriminatorio. Per un disabile è difficile solo conquistare l’idea di riuscire a fare qualcosa quasi come fanno tutti gli altri; si impegna per organizzarsi, per non essere troppo di peso, per non chiedere aiuto ad esterni". Come è possibile, si è domandato quindi, che la sua autonomia, seppur parziale, venga svilita così?