Voleva vendicare bambini, uccidendone altri: 51 alunni della scuola media Vailati di Crema che ieri per un'ora e mezza ha terrorizzato sulla strada provinciale Paullese in direzione dell'aeroporto milanese di Linate. Il paradosso della strage mancata di Ousseynou Sy, 46 anni, origini senegalesi e cittadinanza italiana dal 2004, è che l'autista della società di trasporto pubblico locale Autoguidovie che alla guida di un autobus alle 10:20 ha sequestrato due classi, due professoresse e una bidella, minacciando di uccidere tutti e dar fuoco al mezzo per vendicare i migranti morti nelle traversate del Mediterraneo, è stato fermato, prima che dai carabinieri, da due ragazzini figli di immigrati, uno egiziano e l'altro marocchino.

Piccoli eroi, Rami e Adam che con il compagno Ricky hanno usato i cellulari di nascosto e lanciato l'allarme.

L'altro paradosso, è che l'uomo che ogni giorno trasportava scolaresche, aveva alle spalle precedenti per guida in stato di ubriachezza e una condanna per un abuso su minore. Ora è indagato dalla Procura di Milano per sequestro di persona, incendio e tentata strage con l'aggravante del terrorismo. Il suo 'atto di terrore', hanno spiegato gli inquirenti, non ha niente a che vedere con l'integralismo islamico. Si sarebbe trattato di un gesto esaltato di un lupo solitario.

Ousseynou Sy, identikit dello 'stragista': piano preparato da giorni

Fino a ieri, quella di Ousseynou Sy era un'esistenza anonima vissuta nella provincia lombarda.

L'uomo, che viene dal Senagal, è cittadino italiano da 15 anni. Così italiano che a Crema tutti lo chiamano 'Paolo'. Ha avuto una moglie italiana: separato da cinque anni, ha due figli adolescenti, uno di 13 anni, coetaneo dei ragazzini che ha sequestrato, l'altro di 18 anni, affidati alla madre.

Prima lavorava come addetto alle pulizie, poi si è fatto strada come autista di bus.

Non è mai entrato nei database dell'antiterrorismo. Ieri, come ogni giorno aveva preso servizio: doveva accompagnare le due classi di seconda media della Vailati, dalla palestra dove avevano fatto un'ora di ginanstica, alla sede della scuola, appena tre chilometri. E invece è scattato il piano stragista: ne ha percorsi trenta lungo la Paullese minacciando di fare una strage a Linate.

Accendini e un coltello nelle tasche, Sy aveva due taniche da dieci litri piene di benzina, fascette da elettricista per bloccare gli studenti, e ha sparso nel pullman teli imbevuti di benzina per velocizzare l'incendio. Il piano è fallito grazie al coraggio dei tre ragazzini che hanno lanciato l'allarme. Quindi, per merito dei carabinieri che in un'operazine da manuale, hanno bloccato la corsa dell'autobus speronandolo, per poi infrangere il vetro posteriore aiutando alcuni studenti a scappare, mentre gli altri poi sono scesi da una porta: miracolosamente tutti salvi.

Quel piano, per fortuna fallito, secondo la prima ricostruzione degli inquirenti, 'Paolo' che si vantava d'essere laico, di non essere un islamico praticante, di non avere nulla a che fare con l'Isis e i suoi seguaci e di non essere un kamikaze, come ripetuto nell'interrogatorio in Procura assistito dal legale Fabio Lacchini, l'aveva preparato da giorni, almeno tre.

Non voleva più vedere i bambini sbranati dagli squali nel Mediterraneo. Aveva deciso tutto ben prima di vedere le immagini in tv della nave Ong 'Mare Ionio', goccia che forse ha fatto traboccare il vaso. Il progetto era stato annunciato da un video selfie girato con il cellulare e inviato a familiari e contatti in Senegal, pubblicato sulla sua pagina Youtube in cui invitava l'Africa a fermare l'immigrazione. E ha agito, non in preda alla follia, ma freddo e convinto. Davanti ai pm Luca Poniz e Alberto Nobili, capo del pool antiterrorismo, ha cercato di minizzare la sua azione, sostenendo di averlo fatto in nome di un ideale: mettere fine alle morti in mare con un'azione eclatante. È stato portato nel carcere milanese di San Vittore dove è sorvegliato a vista.

Ousseynou Sy, pregiudicato con il vizio di bere

L'elemento su cui, il giorno dopo, a pericolo scampato, si interrogano tutti, è come mai un pregiudicato fosse alla guida del bus. Sy aveva precedenti: la sospensione della patente nel 2004 e 2006 per guida al volante della sua auto, in stato di ebbrezza. Poi nel 2011: la condanna di un anno con sospensione della pena, per abuso sessuale su una minore.

I responsabili di Autoguidovie, hanno comunicato che non erano a conoscenza di tali trascorsi. Dal 2004, quando l'uomo è entrato in servizio nella società, la sua fedina penale non è più stata controllata. Quando gli era stata sospesa la patente, è potuto sfuggire al controllo mettendosi in malattia. In seguito, ha sempre superato le visite mediche annuali. E ieri ai colleghi prima della tentata strage era apparso tranquillo. Come agli amici del bar che conoscevano il suo vizio di bere.