L'avevano presa di mira da tempo: avevano provato a violentarla, già una ventina di giorni fa. Non erano suoi amici, ma fingevano di esserlo. Di certo, erano conoscenti: in buona fede, un amico comune aveva presentato i tre responsabili del terribile fatto, alla ragazza 24enne. Due giorni fa, l'hanno stuprata in un ascensore della stazione della Circumvesuviana di San Gorgio a Cremano, comune dell'hinterland napoletano.

Incensurati, poco più che maggiorenni, gli artefici della violenza sessuale di gruppo sono giovani del posto, abitano poco lontano dalla stazione dell'orrore.

Hanno un nome e cognome: sono il 18enne Alessandro Sbrescia, il 19enne Raffaele Borrelli, il 19enne Antonio Cozzolino, Da ieri si trovano nel carcere di Poggioreale.

Stupro di gruppo, il precedente tentativo

La vittima, una 24enne esile, fragile e delicata secondo il racconto dei pm che l'hanno ascoltata, era stata già 'adocchiata' dai tre a febbraio, una ventina di giorni fa. In quella stessa stazione, un amico comune aveva presentato i tre alla ragazza che abita a Portici, un comune vicino. I quali, con la scusa di allontanarsi dai binari per andare a fumare una sigaretta insieme, appena lontani dagli sguardi della gente, si erano tirati giù i pantaloni, tentato di violentarla.

In quell'occasione, la ragazza era stata salvata dalla presenza di un'amica e del ragazzo che, senza saperlo, l'aveva consegnata ai suoi carnefici.

Era riuscita poi ad allontanarsi e a prendere il treno, anche se i due più accaniti ancora avevano provato a seguirla. Purtroppo, per vergogna o ingenua sottovalutazione del pericolo, non li ha denunciati.

San Giorgio a Cremano, violenza nella stazione: vile agguato

E così, quando lo scorso martedì intorno alle 18, ora di punta nella stazione più problematica della linea campana, uno dei tre si è ripresentato alla 24enne sulla stessa banchina con il pretesto di chiederle scusa per il terribile episodio di venti giorni prima, lei si è fidata.

Gli ha creduto. Non sapeva che era un agguato. E mentre chiacchieravano, le ha propposto di andare a fumare, forse un po' di hashish: ancora una volta, la 24enne che stavolta era da sola, è stata portata distante dai binari verso uno degli ascensori riservato ai disabili, solitamente una zona isolata. Ed era lì che l'attendevano gli altri due complici.

Uno l'ha spinta nella cabina, poi sono entrati gli altri due. A turno l'hanno violentata. Le telecamere di videosorveglianza istallate nella stazione, hanno ripreso l'accaduto poi confermato dalle parole della ragazza. Alla polizia ha detto che, terrorizzata, non ha avuto la forza di reagire temendo il peggio.

I tre sono usciti dall'ascensore poi, lei, stravolta, piangente e con i vestiti laceri: un ragazzo che l'ha vista, ha avvisato la polizia che poi ha fatto arrivare il 118. Anche se dei tre non conosceva il nome, la ragazza tramite il profilo dell'amico che glieli aveva presentati, li ha riconosciuti nelle foto che compaiono nei loro diari social. Tre 'ordinari' ragazzi appena maggiorenni, pronti a trasformarsi in mostri, certi di restare impuniti per presunzione e ignoranza: il giorno dopo lo stupro, si erano tagliati la barba convinti che bastasse a farla franca.

Solidarietà e polemiche

Ieri i tre sono stati interrogati in carcere dai pubblici ministeri Cristina Curatoli e Salvatore Prisco, con il procuratore aggiunto Raffaello Falcone, in vista della convalida del fermo e dell'udienza davanti al gip. Ieri sera c'è stata una partecipata fiaccolata proprio alla stazione teatro della violenza, una delle più insicure della Circumvesuviana. E intanto fioccano le polemiche. Il ministro dell'interno, Matteo Salvini, invoca il carcere a vita per i tre. Si discute sulla mancanza di sicurezza della stazione. Di guardie giurate a rotazione, ha detto Umberto De Gregorio, presidente Eav, società che gestisce la Circum, ce ne sono ma non 'h 24': il costo sarebbe eccessivo.