Una donna, per più di 20 anni, è stata torturata e ha subito violenze sia fisiche che sessuali e morali, da parte di due uomini di 55 e 70 anni. Entrambi sono stati arrestati dagli agenti della Polizia di stato di Gioia Tauro, accusati di riduzione in schiavitù e atti persecutori. L’ordinanza cautelare è stata emessa dal Gip di Reggio Calabria su richiesta della Procura di Reggio Calabria. Secondo quanto dichiarato, la donna sarebbe anche stata costretta a subire un’interruzione di gravidanza.

Riduzione in schiavitù nei confronti di una donna, due arresti

Nella mattinata odierna, gli agenti di Polizia in servizio presso il reparto investigativo del Commissario di sicurezza di Gioia Tauro, hanno tratto in arresto due uomini, R.R 70 enne originario di Cittanova (Reggio Calabria) e F.R.D, 55 enne originario di Polistena (Reggio Calabria).

Le indagini condotte hanno permesso di arrestare i due elementi, accusati il primo di riduzione in schiavitù ed il secondo di atti persecutori, nei confronti di una donna di 40 anni originaria di Gioia Tauro. La vittima, con un atto di coraggio ammirabile, ha deciso di denunciare alla polizia di stato i suoi aguzzini che per più di 20 anni hanno abusato di lei, esercitando sulla stessa oltre che violenze fisiche e sessuali, anche violenze morali e di ogni specie.

La donna, dopo aver subito ripetutamente violenze e minacce, nel mese di gennaio scorso ha avuto il coraggio di denunciare i due uomini. La vittima ha raggiunto il commissariato di Polizia di stato di Gioia Tauro ed ha raccontato la sua terribile storia agli inquirenti, che nell'immediato hanno avviato le indagini. Grazie all'attività investigativa, è emerso che la 40 enne, circa vent'anni fa, aveva conosciuto il 70 enne R.R, che approfittandosene della sua condizione psicologica alterata era riuscito a condizionare la vita della donna, gestendola così a 360°.

La donna, sin dall'inizio era stata obbligata a subire ripetute violenze fisiche e sessuali dal suo aguzzino, arrestato infatti con l’accusa di riduzione in schiavitù.

Il suo aguzzino si finse sociologo e massone

La vicenda, aveva avuto inizio nel 1998, quando la vittima all'epoca 20 enne aveva conosciuto il suo aguzzino presso una struttura per anziani.

L’uomo aveva raccontato alla donna di essere un sociologo e che l’avrebbe aiutata a guarire dalla sua anoressia. L’aguzzino, professandosi inoltre come massone e dichiarando di avere numerosi “agganci”, con le sue parole era riuscito a conquistare sia la fiducia della vittima che quella della sua famiglia.

Il secondo elemento, F.R.D, secondo quanto emerso dalle indagini, sarebbe entrato in gioco in un secondo momento, esattamente quando nel 2017 entrambi avrebbero iniziato a seguire e minacciare di morte la vittima che iniziava a ribellarsi. L’uomo è stato accusato di stalking e atti persecutori.