Accadde il 6 ottobre del 2016, Michele Castaldo operaio siciliano, adesso di 57 anni, strangolò a mani nude la donna con cui si frequentava da circa un mese in un appartamento di Riccione, Olga Matei, commessa moldava, in preda ad una cosiddetta "tempesta emotiva". Venne giudicato immediatamente colpevole dal Giudice dell'Udienza Preliminare di Rimini per omicidio aggravato da motivi abietti e futili. La pena inflitta fu di 30 anni. Proprio da poco la Corte di Assise di Appello di Bologna ha riesaminato questo caso di femminicidio.

La condanna

In luce alle perizie psichiatriche del reo confesso Castaldo, la gelosia che lo tormentava è stato il motore che ha spinto l'uomo a commettere questo atroce delitto, tanto da essere ritenuta un'attenuante per il dimezzamento della pena.

Nella sentenza da poco depositata si legge che la decisione è stata presa giudicando anche positivamente la confessione. Davanti alla Corte di Assise di Appello di Bologna, il pg Paolo Giovagnoli aveva richiesto conferma della sentenza e i giudici pur riconoscendo l'aggravante, hanno dimezzato la pena a 16 anni concedendo le attenuanti generiche. La condanna iniziale era quella di ergastolo ridotta successivamente a 30 anni per il rito abbreviato. Successivamente si è passati a 24 anni, ridotti poi a 16 sempre per il rito abbreviato. Ovviamente l'avvocato di Castaldo ha fatto leva sulla perizia psichiatrica per avere lo sconto della pena asserendo che il suo assistito si trovasse momentaneamente in una "tempesta emotiva" che non gli abbia permesso di agire normalmente, anche se ciò non ha precluso le sue capacità di intendere e di volere.

Il motivo

Come moltissimi altri casi di femminicidio anche questo delitto è avvenuto per motivazioni di gelosia (ricordiamo, ad esempio, la morte di Marisa Sartori). Lo stesso Michele Castaldo nella sua confessione aveva sostenuto che Olga gli appartenesse come se fosse un mero oggetto. Il condannato ha confessato che tutto ciò è avvenuto proprio perché lei avrebbe voluto lasciarlo e lui non riusciva ad accettare questo rifiuto.

Ad appurare la tesi che lo scatto di ira omicida sia stato solo una cosa momentanea è anche la tendenza teatrale al suicidio a cui voleva sottoporsi l'uomo. Egli, infatti, poco dopo aver soffocato Olga aveva deciso di togliersi la vita e prima di commettere l'atto aveva mandato un messaggio ad una sua amica cartomante comunicandole la decisione che stava per essere fatale. Ma Michele è riuscito a sopravvivere grazie alla tempestività delle autorità competenti che sono state avvisate in tempo dalla sua amica.