Una morte misteriosa tinge ulteriormente di giallo la vicenda giudiziaria partita dalla storia di Karima El Mahroug, meglio conosciuta come Ruby Rubacuori, la ballerina all'epoca minorenne, che avrebbe frequentato le feste a casa di Silvio Berlusconi. La modella marocchina Imane Fadil, 34 anni, era una delle testimoni chiave per l’accusa nel corso del processo “Ruby Ter”, che vede l'ex premier e altri 27 imputati accusati di corruzione in atti giudiziari e falsa testimonianza.

Da poche ore si è saputo del decesso della donna, avvenuto lo scorso primo marzo, sul quale la procura di Milano ha aperto un’inchiesta: si indaga per omicidio.

Si è saputo che la giovane era ricoverata in ospedale dalla fine di gennaio, all’Humanitas di Rozzano, dove ha passato le ultime settimane di vita in terapia intensiva. A dare notizia della morte è stato il procuratore capo Francesco Greco, che ha parlato del “calvario” vissuto dalla giovane.

Qualcuno potrebbe aver avvelenato Imane Fadil

A quanto pare, al momento non si esclude nessuna ipotesi sulla morte della modella marocchina, nemmeno quella dell’avvelenamento. Sembra che, come ha ammesso Greco, la cartella clinica della giovane presenti “diverse anomalie”. Inoltre, poco prima di morire, Fadil avrebbe rivelato al suo avvocato e a alcuni familiari, tra cui il fratello, di temere che qualcuno l’avesse avvelenata.

Per queste ragioni è stata disposta un’autopsia per chiarire le cause del decesso. Inoltre il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano, già impegnata a sostenere l'accusa nel processo “Ruby Ter”, ha aperto un fascicolo sulla vicenda: a quanto pare diversi testimoni sarebbero già stati ascoltati dagli inquirenti.

Il libro sulla sua storia in preparazione

Poche settimane fa, Imane Fadil era stata vista in Tribunale a Milano. Lo scorso gennaio i giudici avevano dichiarato inammissibile la sua domanda – presentata insieme alle altre due testimoni chiave del “Ruby Ter”, Ambra Battilana e Chiara Danese – di diventare parti civili e quindi di poter chiedere un risarcimento.

In quell’occasione la giovane era presente in aula, tanto che l’avvocatessa Nadia Alecci, legale della senatrice Mariarosaria Rossi, ne aveva chiesto l’allontanamento, in quanto un teste non può partecipare alle udienze che precedono la propria deposizione.

La modella aveva dichiarato di essere impegnata nella preparazione di un libro, ricco di retroscena sulla sua storia: secondo Repubblica gli inquirenti avrebbero acquisito le bozze per verificarne i contenuti.