Ancora una volta il Rap a stelle e strisce torna ad occupare le pagine della Cronaca Nera americana, e ancora una volta il protagonista è, suo malgrado, Nipsey Hussle, il rapper 33enne, originario di Los Angeles, scomparso la settimana scorsa.

Hussle, artista estremamente popolare, ma anche e soprattutto rispettato e apprezzato dai colleghi più blasonati – tantissime infatti le super star del music business che hanno voluto rendergli omaggio nelle ore immediatamente successive alla sua morte: da Drake a Snopp Dogg, da Rihanna a The Game, solo per citarne alcuni – per le sue doti liriche e comunicative, è stato freddato la settimana scorsa, con diversi colpi di pistola, esplosi da distanza ravvicinata fuori dal suo negozio di Los Angeles.

Poche ore prima di morire aveva diffuso, tramite il suo account Twitter, un pensiero che dal momento del decesso non ha mai smesso di far discutere, queste le sue parole: "Avere nemici forti è una benedizione".

La sconcertante notizia che, in queste ore, si sta diffondendo online è che anche le celebrazioni per il suo funerale sono state macchiate dal sangue, pure in questo caso dovuto all'esplosione di diversi colpi d'arma fuoco.

Spari al funerale di Nipsey Hussle: le vittime si stavano avvicinando alla salma per rendergli omaggio

Al momento il bilancio è di un morto e tre feriti, ma potrebbe peggiorare nelle prossime ore. Stando alle prime ricostruzioni diffuse dalle forze dell'ordine, le persone colpite dai proiettili sarebbero tre uomini e una donna, che si stavano avvicinando al feretro per rendere omaggio al rapper.

I colpi sarebbero stati esplosi da un'auto in corsa, una Hyundai grigia per la precisione.

"E' necessario porre fine a questa violenza senza senso" ha dichiarato il capo del LAPD (Los Angeles Police Department), affidando il suo pensiero ad un post su Twitter.

Le indagini e il movente che fa discutere

Il cantante, secondo la Polizia di Los Angeles, che ha avuto modo di trarre queste conclusioni già nelle prime 24 ore di indagini, sarebbe stato freddato da un suo conoscente.

La motivazione del delitto è ancor più inquietante di quanto si potrebbe pensare, e ha comprensibilmente riportato in auge – negli Stati Uniti ma anche nel resto del mondo, vista l'enorme popolarità a livello globale di cui godeva Noisey Hussle – il dibattito sulla diffusione e sul commercio delle armi.

Eric Holder, questo il nome del presunto assassino, attualmente in stato di arresto, avrebbe deciso di porre fine all'esistenza dell'artista 33enne perché quest'ultimo, il giorno stesso dell'omicidio, lo avrebbe accusato di fronte ad altre persone di essere un cosiddetto snitch, termine ormai ampiamente utilizzato anche in Italia per descrivere informatori delle forze dell'ordine o collaboratori di giustizia, il cui significato letterale può essere interpretato come 'infame', 'infiltrato', 'topo'.

Non si sarebbe quindi trattato di un regolamento di conti ricollegabile ad affari poco leciti, come ipotizzato in un primo momento, ma di una sorta di vendetta d'onore, concepita e concretizzata nel giro di poche ore, sull'impeto della rabbia.