“Una brutta vicenda, dietro la quale non ci sono situazioni di degrado sociale, ma ragazzi normali”. Giovanni Bombardieri, procuratore di Reggio Calabria, commenta così quanto accaduto la scorsa estate in una località marina del basso Ionio reggino, nelle vicinanze di una discoteca. Infatti tre giovani – due ventenni ed un ventunenne – sono stati arrestati nelle scorse ore con l’accusa di violenza carnale nei confronti di una diciottenne. L’operazione è stata condotta dalla sezione della squadra mobile di Reggio Calabria specializzata nei reati sessuali e contro i minori.

Era la notte di San Lorenzo del 2018, quando i tre presunti responsabili dello stupro di gruppo avrebbero approfittato dello stato di ebbrezza della vittima designata, per portarla fuori della discoteca in cui si trovavano e condurla in una spiaggia libera per abusarne a turno.

Le indagini che hanno permesso di risalire ai tre aggressori

Una volta terminate le violenze, alcuni passanti avevano notato la ragazzina vagare in strada in stato di shock ed avevano avvisato i poliziotti che si trovavano all’esterno del locale. La giovane era stata immediatamente soccorsa e portata in ospedale, dove era stata sottoposta al protocollo sanitario abitualmente adottato per le vittime di abusi. A quel punto sono partite le indagini, svolte sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Gerardo Dominijanni e del pubblico ministero Paolo Petrolo.

Gli inquirenti si sono avvalsi delle più sofisticate tipologie di intercettazioni telefoniche e ambientali, del controllo dei sistemi di videosorveglianza presenti in zona e della comparazione del dna degli indagati con quello dalle tracce organiche prelevate al momento del ricovero della vittima in ospedale, subito dopo quella tragica nottata.

Sono state molto utili anche alcune testimonianze di persone informate sui fatti.

La testimone minacciata ed i ragazzi omertosi

I tre giovani arrestati sono indagati anche per atti osceni, avendo compiuto la violenza all’aperto, nella spiaggia pubblica adiacente alla discoteca, dove in quella notte del 10 agosto erano presenti anche tanti minorenni.

Inoltre uno dei tre arrestati è accusato anche di minacce nei confronti di una testimone oculare degli abusi, per averle intimato di non rivelare ai poliziotti nulla di ciò che aveva visto quella notte. Sull’episodio sarebbe calato un velo di omertà da parte di alcuni dei giovani presenti in quel locale: infatti altri tre coetanei degli arrestati sono stati denunciati per favoreggiamento, in quanto non avrebbero raccontato agli inquirenti quel che sapevano dell’episodio e soprattutto il nome degli autori dell’aggressione alla diciottenne, di cui erano a conoscenza.