Il 2 aprile si celebra la XII Giornata mondiale per la consapevolezza sull'autismo, istituita dall'ONU nel 2007 allo scopo di accendere i riflettori su questa emergenza sociale, dare impulso alla ricerca e sensibilizzare l'opinione pubblica. L’autismo non è una malattia ma una sindrome: la definizione corretta è "sindrome dello spettro autistico". E' una sindrome evolutiva che riguarda tutto lo sviluppo della persona ed interessa ogni aspetto del suo essere.

Il simbolo della Giornata internazionale per la consapevolezza sull'autismo

Il simbolo che rappresenta questa giornata è la tessera di un puzzle che richiama un’intelligenza diversa che ha bisogno di tutte le altre tessere per esprimersi, ma che a sua volta aiuta le altre a comporre il complesso mosaico dell’esistenza.

Moltissime ed eterogenee le iniziative messe in campo in questa giornata: convegni, manifestazioni ludiche e sportive, concerti. L'organizzazione Autism Speaking da anni promuove la campagna Light It up the Blue, (accendi di blu) chiedendo di illuminare con il colore blu tutti i monumenti principali del mondo. Grazie alle campagne di sensibilizzazione, all'emanazione di normative volte all'inclusione, negli ultimi anni si è raggiunta una maggiore consapevolezza e tutela dei soggetti colpiti da questa sindrome ed in particolare nei confronti dei bambini autistici.

L'autismo e la maggiore età: un nodo ancora da sciogliere

Rimane, invece, il deserto normativo e delle istituzionali al compimento della maggiore età.

Le famiglie si trovano a gestire un carico di problematiche personali, sociali ed economiche in completa solitudine. Come dichiarato alla vigilia di questa giornata da Monica Failla, Presidente dell' associazione PER di Roma, già verso i 12 anni sorgono le prime problematiche. Nei periodi in cui vengono interrotte le attività didattiche nelle scuole, le famiglie non possono contare più su centri estivi integrati e servizi riabilitativi perché i ragazzi vengono considerati troppo grandi.

Chi ha la possibilità spesso deve rivolgersi a centri privati, a volte molto lontani. Al compimento dei 18 anni si crea il deserto intorno alle famiglie. I ragazzi non vengono più seguiti dai neuropschiatri infantili, termina la scuola dell'obbligo e vengono meno le reti di sostegno ad essa correlate. Le attività di supporto ed inclusione vengono bruscamente interrotte.

Il giovane adulto con sindrome dello spettro autistico non viene inserito nel mondo del lavoro e può contare (non sempre) su centri di supporto per soggetti diversamente abili che non sono attrezzati per le loro peculiarità .Ogni individuo affetto da autismo è unico e irripetibile perché esistono infinite combinazioni di questa sindrome. Sono necessari da parte delle istituzioni interventi per accompagnare la persona per tutto l'arco della propria vita e aiutarla a sfruttare al massimo le proprie potenzialità.