Sarebbe il caso di dire che non si esce vivi dagli anni Sessanta, specialmente se si ripara un sintetizzatore di quel periodo e si trovano ancora tracce di LSD che ti portano a fare un trip mentale di ben 9 ore. Questo è quanto accaduto all'ingegnere Eliot Curtis che, senza volerlo, ha toccato vecchi residui di acido risalenti a 50 anni fa. Una storia veramente incredibile che, in fin dei conti, strappa comunque un sorriso.

Il curioso incidente

Eliot Curtis è un ingegnere informatico ed è responsabile delle trasmissioni per la KPIX Television: alcuni giorni fa gli è stato assegnato il compito di riparare un Buchla Model 100, un modello di sintetizzatore modulare risalente agli anni Sessanta.

Lo strumento era rimasto chiuso e abbandonato per moltissimi anni all'interno di un armadio dell'Università della California.

Curtis avrebbe portato a casa il modello per poterlo riparare più agevolmente, ma su alcune manopole era rimasta LSD, un rimasuglio "cristallino" secondo le parole dello stesso ingegnere che ha così tentato di toglierla con le mani. All'epoca tra alcuni musicisti era un'usanza mettere un po' di acido sulle mani prima dei concerti.

Non è un caso, dunque, che l'ingegnere ha iniziato ad avvertire uno strano formicolio dopo circa mezz'ora: a causarlo era la sostanza presente, conservatasi benissimo nonostante i decenni trascorsi. La droga infatti non perde i suoi effetti anche dopo molto tempo, se tenuta in un luogo buio e fresco.

Oltretutto la sostanza agisce a contatto con la pelle e provoca i suoi effetti anche se non viene ingerita. Curtis, a sua insaputa, ha avuto un trip mentale di ben 9 ore ed è rimasto in stato confusionale. Fortunatamente durante questo lasso di tempo è stato assistito dai medici dell'ospedale più vicino.

Il modello di sintetizzatore

Il modello di sintetizzatore in questione è stato realizzato da Don Buchla, un vero innovatore in questo campo. Buchla inoltre era amico di Owsley Stanley, tecnico del suono dei Grateful Dead ed era anche un chimico clandestino e aveva sintetizzato una delle forme più forti di LSD. E chissà che qualcuno non vi abbia nascosto la sostanza di proposito: in quell'epoca gli artisti e i musicisti erano soliti cercare nuove dimensioni artistiche e il ricorso alla droga era solo una delle tante vie per dare libero sfogo alla creatività.

Nonostante questo, restano molti dubbi sul modo in cui l'LSD sia finita nello strumento. Comunque, dopo l'incidente capitato a Eliot Curtis, il modello è stato ripulito perfettamente ed altri episodi simili non si verificheranno. E viene da chiedersi quanti musicisti che hanno vissuto la stagione hippie conservino ancora modelli simili a questo.