Ormai sono ben cinque i capodogli trovati spiaggiati sulle coste del nostro Paese nell'arco degli ultimi cinque mesi. L'ultimo è stato trovato nel palermitano, e anche stavolta aveva un'enorme quantità di plastica e rifiuti dentro lo stomaco. Non è ancora chiaro se sia stato questo materiale a ucciderlo, ma in ogni caso la questione diventa sempre più una vera e propria emergenza per la fauna marina.

Il capodoglio rosa aveva molta plastica nello stomaco

Il ritrovamento è stato effettuato il 17 maggio, ma solo ora gli esperti stanno indagando approfonditamente sull'accaduto.

Il corpo di un capodoglio rosa è stato infatti ritrovato sulla spiaggia di Lascari, in provincia di Palermo. Nello stomaco dell'animale, lungo sei metri, era presente una massiccia quantità di plastica. I primi a trovare il cetaceo sono stati gli abitanti della zona, che hanno subito allertato la capitaneria di porto. Ora, grazie all'intervento delle autorità, il corpo verrà rimosso, così da evitare che vada in putrefazione sulla spiaggia. Non è chiaro se sia stata la plastica ad ucciderlo. Il cadavere, infatti, riporta molti tagli visibili sui fianchi, dunque non è da escludere che possa essere rimasto impigliato in qualche rete da pesca, prima di spiaggiarsi.

Greenpeace sul posto per indagare

Greenpeace è arrivata sul posto. I suoi portavoce hanno subito dichiarato che le indagini sono in corso e che, seppur non sia ancora certo che il capodoglio sia morto proprio a causa della plastica, è comunque evidente che questo problema sta diventando grave per la fauna marina. In particolare, Giorgia Monte (responsabile campagna Mare di Greenpeace Italia) ha dichiarato che ormai sono cinque i cetacei morti sulle coste italiane negli ultimi cinque mesi.

Particolarmente grave fu il caso di una femmina incinta scoperta nel mese di marzo in Sardegna. Era morta a causa di 22 chili di plastica finiti nel suo stomaco. La Monte quindi ha concluso affermando che il mare sta lanciando un vero e proprio grido d'allarme e che occorre intervenire al più presto "per salvare le meravigliose creature che lo abitano".

Anche in conseguenza di questi fatti, Greenpeace e The Blue Dream Project hanno preso la decisione di monitorare per tre settimane l'inquinamento e la presenza di plastica in mare, nello specifico nella zona del Mar Tirreno Centrale. Poi, durante una presentazione che si svolgerà il 21 maggio nella Sala conferenze Lega Navale di Ostia, il Dipartimento di Biomedicina Comparata e Alimentazione dell’Università degli Studi di Padova presenterà anche uno studio sulla situazione dello spiaggiamento dei capodogli nel nostro paese e sulla presenza di plastica nei nostri mari.