Non si tratterebbe di omicidio, ma di una vicenda altrettanto inquietante. È ad una svolta il caso del cadavere ritrovato carbonizzato lo scorso 3 giugno in un cassonetto a Trigoria. Quel corpo, rinvenuto tra le lamiere ed i rifiuti bruciati, apparterrebbe ad un’anziana morta di tumore. Nessun assassino, ma qualcuno – con ogni probabilità un parente – che ha voluto occultare il corpo, forse allo scopo di continuare ad incassare la pensione della donna deceduta, di cui ancora non si conosce l’identità. Infatti, come anticipa Il Messaggero, i risultati dell’autopsia sui resti, affidata alla dottoressa Francesca Cordova, hanno indirizzato gli inquirenti verso questa pista, che al momento sembra la più probabile.

Tuttavia le indagini – condotte dagli agenti della Squadra mobile, coordinati dal pm Francesco Dall’Olio – al momento non escludono altre ipotesi.

I risultati dell’esame del Dna

Due sono i dati emersi con chiarezza dagli esami sulle spoglie: innanzitutto dalla conformazione del piede, il medico legale è riuscito ad attribuire un’età sopra la sessantina alla donna. Inoltre, è stata accertata la presenza di un grave tumore al cervello, che quasi sicuramente ha causato la morte della signora. Così ha preso piede la teoria dell’occultamento del cadavere da parte di qualche congiunto, con lo scopo di nascondere il decesso della donna, avvenuto per cause naturali.

Tuttavia resta ancora aperto il fascicolo contro ignoti per il reato di omicidio, in attesa di ulteriori conferme a questa pista.

In particolare tale prudenza è spiegata dal fatto che gli agenti non sono riusciti ad identificare la vittima: l’esame del Dna non è stato d’aiuto, visto che la traccia biologica non è risultata compatibile con quelle di persone scomparse o comunque, già “schedate” in passato. A tal proposito è stato lanciato un appello, rivolto a chiunque abbia notato la sparizione di un’anziana, affinché si metta in contatto con le forze dell’ordine per segnalare il caso.

La testimonianza

Inizialmente gli inquirenti avevano pensato ad un omicidio cruento, come quello, ancora senza un responsabile, della donna ritrovata sull’Ardeatina nel marzo del 2011, con alcuni organi asportati, come il cuore, i polmoni e le viscere. Le spoglie della vittima, rimasta senza un nome, erano in un luogo frequentato da prostitute, simile all'area in cui sono stati rinvenuti i resti carbonizzati dell’anziana.

Tra le prime ad essere interrogate c’è stata proprio la trans che “esercita la professione” proprio nel punto del ritrovamento, a poche centinaia di metri dal campo in cui si allenano i calciatori della Roma. La testimone aveva spiegato di frequentare quella zona solo durante il giorno e quindi di non essersi accorta del rogo, avvenuto la sera di lunedì 3 giugno. Anche le altre “signorine” ascoltate dagli agenti non hanno saputo fornire elementi utili, così come i pochi residenti in quella località, situata in piena campagna e quindi abbastanza isolata.