Fabrizio Piscitelli, conosciuto come Diabolik, è stato ucciso ieri, 7 agosto, in un parco di Roma. L'ultrà laziale aveva precedenti per narcotraffico.

Piscitelli aveva 53 anni, una lunga militanza tra gli ultras della curva Nord come capo degli Irriducibili e numerosi precedenti penali per droga. Al Parco degli acquedotti, dove abitava, ieri sembra essere avvenuta una vera e propria esecuzione: un colpo di pistola ha raggiunto l'uomo alla nuca, in via Lemonia 273. Il proiettile ha trafitto l'orecchio sinistro e Diabolik si è accasciato a terra sotto gli occhi delle famiglie e dei tanti passanti intenti a fare jogging.

L'omicidio al parco

Il 53enne si trovava seduto su una panchina quando è stato freddato dal colpo di arma da fuoco calibro 7,65 alle 18.50 di ieri. Da quanto emerge dalle prime testimonianze e dalla ricostruzione della polizia, l'assassino era vestito da 'runner' per confondersi con i tanti che a quell'ora facevano jogging. Sul posto, oltre alle Forze dell'ordine è arrivato di corsa il fratello di Diabolik, Fabrizio, accompagnato da molti amici e la sorella, Angela. Straziante la reazione della madre e dei molti conoscenti, che parlano di lui come una persona generosa e molto intelligente.

Il corpo di Piscitelli è stato trasportato all' Istituto di medicina legale di Tor Vergata per effettuare l'autopsia.

Le indagini del caso saranno portate avanti anche dalla Direzione Distrettuale Antimafia. La Procura di Roma ha aperto un fascicolo che per adesso risulta a carico di ignoti.

Le testimonianze

I testimoni hanno visto darsi alla fuga un uomo con una maglietta verde dietro verso via Labieno e descrivono lo sparo come il rumore di un petardo che non li ha spaventati.

Gli inquirenti sono certi che si sia trattato di un agguato, un regolamento di conti riguardante il mondo della malavita. Nel mondo del calcio, che la vittima frequentava, non sono frequenti esecuzioni di questo genere. Si indaga quindi nell'ambiente del narcotraffico, per cui nel 2013 Diabolik era finito in carcere. Il gruppo di cui risultava membro era legato ai "Napoletani della Tuscolana " che importavano grossi quantitativi di hashish e cocaina dalla zona di Cinecittà.

Sull'omicidio indaga il Capitano della Squadra Mobile di Roma, Luigi Silipo affiancato anche dalla Dda. L'azione commessa nel tardo pomeriggio di ieri fa pensare a un professionista: l'arma di piccole dimensioni viene usata per agguati anche dalle 'ndrine calabresi e la scelta del posto affollato ha permesso la fuga al killer senza essere riconosciuto.

Gli inquirenti sperano di rilevare importanti elementi dalle telecamere dei palazzi residenziali della zona, che potrebbero aver ripreso l'uomo in fuga.