Avevano organizzato un vero e proprio traffico di sostanze stupefacenti, in particolare cocaina e marijuana, che partiva dalla città di Nuoro, per poi rifornire i venditori di droga delle varie piazze di spaccio della città di Sassari. I carabinieri della Sezione operativa del Comando della Compagnia di Sassari, al termine dell’operazione definita “Officina”, hanno arrestato sei persone (volti conosciuti alle forze dell’ordine) e ne hanno denunciato altre quattro. I nomi delle persone coinvolte non sono stati resi noti, questa mattina durante la conferenza stampa dei Carabinieri, perché “le indagini sono ancora in corso e potrebbero esserci ancora ulteriori sviluppi”, hanno assicurato gli investigatori dell’Arma.

La droga, cinque chili di cocaina purissima e 40 chili di marijuana, se venduta nel mercato al dettaglio delle sostanze stupefacenti avrebbe potuto fruttare più di un milione di euro. I Carabinieri però sono riusciti a sventare l’arrivo a Sassari del carico, sicuramente destinato ai pusher del centro storico turritano. Le indagini sono ancora in corso – assicurano gli investigatori – e ci saranno novità. Durante la perquisizione delle abitazioni delle persone coinvolte sono stati sequestrati 2,4 chili di marijuana e anche 28 piantine di canapa indiana. La droga è stata sequestrata e sarà ora analizzata per valutarne la qualità.

Operazione iniziata un anno fa

Tutti i particolari dell’operazione “Officina” sono stati illustrati alla stampa, questa mattina, dal colonnello Dionisio De Masi, comandante provinciale dei carabinieri di Sassari.

Con lui anche il capitano Giuseppe Sepe, comandante della compagnia di Sassari e il tenente Fabrizio Ricciardi, comandante del Norm, il nucleo operativo radio mobile. Durante la conferenza stampa gli investigatori dell’Arma hanno spiegato che le indagini hanno avuto inizio nell’ottobre del 2018 quando, durante un normalissimo servizio di controllo, i carabinieri avevano arrestato uno spacciatore: l’uomo era stato trovato infatti in possesso di due chili di marijuana, pronta per essere spacciata.

Da quell’episodio – hanno spiegato i militari durante la conferenza stampa – sono partite le indagini. Attraverso infatti pedinamenti, intercettazioni telefoniche e ambientali ma anche appostamenti, i Carabinieri hanno ricostruito il “modus operandi” della banda. Secondo le indagini effettuate dai militari il principale fornitore della droga era un 24enne di Ollolai, che ora si trova rinchiuso nel carcere nuorese di Badu ‘e Carros.

A lui facevano riferimento, per l’acquisto della droga, tre sassaresi e un sorsese di 55 anni che ora si trovano rinchiusi nel carcere sassarese di Bancali. Agli arresti domiciliari è finito anche un 42enne sassarese, che avrebbe avuto un ruolo importante nello spaccio della droga.

Ordini telefonici

Gli investigatori dei Carabinieri, attraverso le intercettazioni telefoniche e ambientali, hanno scoperto che la droga veniva ordinata con una telefonata. Sostanza stupefacente che veniva chiamata con diversi nomi, come ad esempio “mattonelle”, “cani” o “carne di cinghiale”. Poi la droga, una volta acquistata, veniva portata a Sassari con un vero e proprio sistema di staffette. Con la presenza addirittura di auto civette, che controllavano se durante il tragitto ci fosse la presenza di forze dell’ordine.

Secondo le indagini il punto d’incontro per lo scambio dello stupefacente era un piazzale a pochi passi da un’officina meccanica di Predda Niedda, a Sassari, da qui il nome dell’operazione “Officina”, che però è totalmente estranea ai fatti.