Proseguono le tensioni e le violenze in Catalogna per la quarta notte consecutiva dall'arresto dei leader indipendentisti. A Barcellona, alcuni manifestanti hanno dato il via a scontri reiterati contro poliziotti e forze dell'ordine intervenute per sedare le rivolte.

Oggi il Paese si prepara ad affrontare lo sciopero generale che coinvolgerà l'intera regione. Nonostante gli appelli del presidente catalano Quim Torra di fermare la violenza e non compiere atti di vandalismo, lo stato di cose resta grave: si teme per ulteriori scontri con l'aggravante di un maggior numero di feriti.

Sciopero generale

La situazione in Catalogna sembra insomma non possa placarsi. Proseguono le violenze e gli scontri nella regione per la quarta notte consecutiva. Di fatto tutte le città della regione sembrano essere coinvolte dai continui tumulti delle popolazioni locali.

A Barcellona gli intervenuti hanno iniziato a manifestare apertamente contro il governo spagnolo portando scompiglio in tutta la città. Dopo aver innalzato delle barricate lungo le strade principali, alcuni individui hanno bruciato i cassonetti della spazzatura e attaccato le forze dell'ordine lanciado pietre e sassi.

Tra i feriti si contano ben 194 agenti, secondo il ministero degli Interni spagnolo, e circa 40 manifestanti.

Il più grave sarebbe un giovane aggredito da estremisti di destra. Inoltre, le prime informazioni ufficiali dichiarano l'arresto di 33 persone in tutta la Spagna, di cui 3 a Madrid.

Nel frattempo l'intero Paese si prepara ad affrontare oggi lo sciopero generale nella regione catalana. Già nei giorni precedenti c'erano state simili iniziative con decine di migliaia di persone.

Cinque grandi marce erano partite da diverse città della Catalogna per poi arrivare oggi a Barcellona.

Le dichiarazioni di Torra

In vista dello sciopero generale di oggi e delle continue proteste, il presidente catalano Quim Torra ha voluto lanciare un appello ai dimostranti. Innanzitutto, l'uomo chiede che venga messa fine alle violenze che distruggono le città e comportano il ferimento dei loro abitanti.

Come lui stesso dichiara, le proteste catalane devono essere pacifiche e non può essere accettato che un 'gruppo di infiltrati danneggi l'immagine dell'indipendentismo'. Per Torra le violenze perpetuate durante le manifestazioni pro Catalogna sarebbero dunque da attribuire a movimenti estranei alle manifestazioni.

Inoltre, Torra ha anche commentato la sentenza emessa dalla Corte Suprema, considerandola come 'il più grande colpo alla democrazia in quattro decenni di dominio democratico'. Il premier ha ribadito la necessità di un altro referendum, promettendo di ritornare al voto per decretare la separazione dallo Stato spagnolo entro due anni.