"Vostro figlio non è più gradito in quanto è troppo scarso". M., classe 2011, è stato costretto a lasciare i compagni alla vigilia dal debutto, in campo, come "pulcino". Secondo i responsabili della Scuola calcio da lui frequentata, infatti, non è abbastanza bravo e, per questo, rappresenta un problema per la squadra. I genitori, arrabbiati e delusi (a soli 8 anni, infatti, i piccoli calciatori dovrebbero solo giocare e non essere selezionati) hanno deciso di denunciare il grave episodio alla Figc e hanno raccontato la loro storia al Giorno (che nelle scorse settimane si era occupato di casi simili).

'È scarso'

Due anni fa, i genitori del piccolo M. hanno iscritto il figlio di sei anni nella categoria “primi calci” di un'importante scuola calcio di Cernusco Lombardone (in provincia di Lecco). Nonostante il costo d'iscrizione medio alto (350 euro all'anno, abbigliamento escluso), sapendo che la società è legata al Monza, erano certi di poter contare su una certa serietà e professionalità.

Il papà - nonostante al momento dell'iscrizione i dirigenti gli avessero assicurato che non ci sarebbero stati "tagli" - sapeva benissimo che i tecnici, ad un certo punto, avrebbero fatto delle selezioni, ma era convinto che il problema non si sarebbe presentato per diversi anni. Nel campionato dei "pulcini", infatti, non ci dovrebbe essere spazio per l'agonismo.

Tutti i baby calciatori, a prescindere dal livello di preparazione, dovrebbero scendere in campo e giocare. Senza selezioni tecniche.

Invece, i genitori di M., al temine della scorsa stagione - nonostante fossero già iniziate le sessioni di allenamento con i nuovi tecnici - sono stati informati che il loro piccolo calciatore "non era più gradito" perché ritenuto troppo scarso.

Stupiti, hanno domandato di poter fare allenare comunque il bambino, in modo da permettergli di giocare con gli amichetti, ma la loro richiesta non è stata accolta. Il motivo? Avrebbe rallentato i compagni ed abbassato il livello della squadra. Un vero e proprio schiaffo ai princìpi ludico-educativi che dovrebbero essere alla base di una scuola calcio.

'Ci hanno preso in giro'

Il padre del piccolo, arrabbiato, ha spiegato che di sentirsi preso in giro. "Non hanno avuto nemmeno il coraggio di dirglielo in faccia: nostro figlio l’ha capito da solo". Quindi, arrabbiato, ha aggiunto: "Sa di non essere un fenomeno, non è stupido, ma voleva solamente continuare a giocare con i suoi amici. Invece gli hanno impedito anche questo".

L'uomo ha spiegato che, con la moglie, ha informato dell'episodio discriminatorio anche il presidente della società (che ha fatto finta di non sapere) e la Figc Lombardia (che ancora non ha risposto alla loro mail). "E' scandaloso - ha dichiarato la donna - questa situazione deve essere fermata".

Il piccolo M., comunque, ha debuttato lo stesso nei “pulcini” e quest'anno affronterà le sue prime partite 5 contro 5. I genitori lo hanno iscritto ad un'altra scuola calcio, a Merate (sempre in provincia di Lecco) e nessuno ha fatto problemi: "Vogliamo solo che si integri e si diverta" ha concluso la mamma.