Ha un finale inaccettabile e raccapricciante la tragedia dell'esplosione nella cascina di Quargnento, in provincia di Alessandria, avvenuta la notte tra il 4 e il 5 novembre e che ha causato la morte di tre vigili del fuoco. Non si è trattato di un incidente e tantomeno di un incendio doloso, ma di un atto pianificato per tentare di frodare l'assicurazione. A provocare il disastro è stato il titolare del casale: Giovanni Vincenti lo ha confessato dopo essere stato ascoltato per dieci ore ore dai carabinieri nella notte tra venerdì e sabato.

Il movente è economico: lui e la moglie erano strozzati dai debiti.

La confessione: 'Non volevo uccidere'

"La confessione è stata esaustiva e precisa": a dirlo è stato il procuratore capo di Alessandria, Enrico Cieri, riferendosi a Giovanni Vincenti nel corso della conferenza stampa in cui ha spiegato l'operazione che ha portato al fermo dell'uomo. Il proprietario della cascina esplosa a Quargnento, che seppur involontariamente ha ucciso tre vigili del fuoco giunti sul posto per spegnere l'incendio, ha ammesso le sue gravissime responsabilità.

Ai militari del Comando provinciale di Alessandria che lo hanno ascoltato per tutta la notte ha confessato di aver provocato lui l'esplosione. E pensare che sembrava straziato dall'accaduto e aveva tentato, fin da subito, di discolparsi sostenendo che per anni aveva ricevuto minacce e violenze dal vicinato, che secondo lui si sarebbe trattato di un atto doloso dettato da semplice invidia.

Invece è stato inchiodato alle sue responsabilità dopo il ritrovamento di una prova schiacciante: il manuale di istruzione di uno dei due timer utilizzati per innescare le bombole di gas. Non era nascosto, ma era stato lasciato nella sua stanza da letto matrimoniale in bella vista su un comò. Vincenti ha sostenuto che la sua sola intenzione era di danneggiare l'immobile e intascare il premio essendo lui e la moglie fortemente indebitati, ma ha negato di aver avuto intenzione di uccidere.

A piede libero, è indagata anche sua moglie. Pesantissimi i reati contestati ad entrambi: disastro doloso, omicidio plurimo e lesioni volontarie.

Il progetto, evidentemente, era stato avviato lo scorso agosto quando l'assicurazione dell'edificio è stata estesa al fatto doloso. Il premio massimale era di un milione e mezzo di euro.

Il piano di Vincenti prevedeva che la notte tra il 4 e il 5 novembre scorsi ci fosse solo un'esplosione, ma un errore nella programmazione di uno dei due timer, collegato a tre bombole di gas e settato in maniera sbagliata con due diversi tempo d'innesco, ha provocato il drammatico esito. Gli ordigni sarebbero dovuti esplodere tutti all'una e mezza della notte, invece la prima detonazione è avvenuta per sbaglio a mezzanotte.

L'omicidio plurimo gli è stato contestato proprio perché non ha avvertito i soccorritori della presenza delle bombole a gas. Se ci fosse stata una segnalazione da parte sua quando quella notte è stato informato da un carabiniere che il primo incendio era quasi domato, la tragedia sarebbe stata evitata: avrebbe avuto a disposizione mezz'ora per avvisare che a causa di quell'errore c'erano altre sei bombole rimaste inesplose, ma non l'ha fatto e i vigili del fuoco intervenuti sono morti.

Nel corso dell'udienza di convalida del fermo il comandante provinciale dei carabinieri di Alessandria, il colonnello Michele Angelo Lorusso, ha risposto solo con un 'no comment' a proposito del possibile coinvolgimento di Stefano, il figlio del proprietario. Vincenti si trova nel carcere Don Soria di Alessandri, e nel corso dell'udienza di convalida del fermo ha ribadito la confessione già resa. Il gip si riserva di decidere.

Funerali solenni dei pompieri, la rabbia dei colleghi

La svolta nelle indagini, è arrivata a poche ore dai funerali solenni dei tre vigili del fuoco, Antonino Candido, 32 anni, Marco Triches, 38 anni, e Matteo Gastaldo, 46 anni, che si sono nella cattedrale dei Santi Pietro e Marco di Alessandria, alla presenza tra gli altri del premier Giuseppe Conte, del Presidente della Camera, Roberto Fico, e del Ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese.

"Il risultato operativo c'è stato, ma purtroppo i nostri ragazzi non ci sono più" è stato il commento dei vigili del fuoco di Alessandria sugli sviluppi lampo dell'inchiesta sull'esplosione di Quargnento. Fabio Dattilo, capo del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, ha ringraziato gli inquirenti per la rapidità con con cui sono riusciti a individuare il responsabile ma poi ha aggiunto che la futilità del gesto e la possibilità che la seconda esplosione venisse evitata, rendono le tre morti ancora più drammatiche e inaccettabili.