Il nome di Tekashi 6ix9ine torna ad occupare le pagine dei magazine oltreoceano, e più in generale di tutta la blogosfera anglofona. Ancora una volta il motivo della rinnovata attenzione mediatica nei confronti del rapper è legato alle evoluzioni della sua rocambolesca vicenda giudiziaria, che dalla fine del 2018 occupa costantemente le pagine dei giornali.
A far discutere questa volta è la richiesta di scarcerazione anticipata presentata da Lance Lazzaro, legale di Daniel Hernandez, questo il vero nome di 6ix9ine. L'avvocato ha infatti inoltrato una domanda per il trasferimento a casa del suo assistito, adducendo come motivazione il rischio per quest'ultimo di contrarre il Covid-19 in carcere.
Il rapper soffrirebbe già di problemi respiratori, che il virus potrebbe acuire.
6ix9ine ed il pericolo Coronavirus, Lazzaro chiede la scarcerazione anticipata
Negli ultimi giorni il contagio si sta diffondendo in maniera esponenziale negli Stati Uniti, ormai terzo Stato al mondo per numero di persone infette, in modo particolare a New York, città dove la Rap star statunitense di origine messicana e portoricana è detenuta.
Stando a quanto riferisce Lazzaro, il Coronavirus potrebbe avere conseguenze importanti sulla salute di 6ix9ine, che soffrirebbe già da tempo di asma e respiro corto. Non più di un anno fa il rapper sarebbe stato infatti costretto ad un ricovero in ospedale, resosi necessario per curare le complicazioni di una bronchite ed una sinusite.
6ix9ine, secondo l'avvocato sarebbe stato negato un consulto medico al rapper
Il portale americano TMZ – principale fonte di informazione per quanto riguarda tutte le fasi della vicenda giudiziaria – riferisce inoltre che a 6ix9ine sarebbe stata recentemente negata la possibilità di ricevere un consulto medico, nonostante il rapper lamentasse una condizione di fiato corto.
Questo è quanto avrebbe dichiarato Lazzaro nella richiesta di scarcerazione.
La scarcerazione di Hernandez – che rischiava una condanna tra i 47 anni e l'ergastolo, ridotta poi a due anni di carcere più altri cinque di libertà vigilata, grazie alla decisione del rapper di diventare un collaboratore di giustizia – è al momento prevista per il mese di agosto del 2020.
6ix9ine, il pericolo di ritorsioni in carcere da parte dei membri della Nine Trey Blood sarebbe concreto secondo Lazzaro
Il timore del contagio da Covid-19 non è l'unico motivo per cui 6ix9ine ed i suoi legali vorrebbero la scarcerazione anticipata.
A preoccupare la rap star newyorchese è anche il pericolo di ritorsioni nei suoi confronti da parte dei membri della 'Nine Trey Blood', la gang a cui l'artista classe 1996 era affiliato quando era in libertà. Alcuni membri dell'organizzazione – una sotto-struttira criminale della più nota gang dei 'Blood', la più conosciuta d'America, assieme a quella dei rivali 'Crips' – sono infatti finiti dietro le sbarre grazie alle informazioni ottenute dalla polizia con le confessioni di 6ix9ine. Alcuni membri della gang si troverebbero nella medesima struttura carceraria del rapper.