È emergenza Covid-19 in Italia. I contagi nel nostro paese sono quasi 36000 e le vittime quasi 3000: la Lombardia rimane la regione italiana più colpita con quasi 18000 positivi al Coronavirus.

Situazione particolarmente critica a Bergamo, dove i posti in terapia intensiva sono terminati da giorni. I disagi purtroppo non riguardano solo le cure da prestare ai positivi ma anche, molto tristemente, al trattamento delle salme di chi non ce l'ha fatta. Proprio ieri in una conferenza stampa, Attilio Fontana - il presidente delle Regione Lombardia - aveva alzato i toni, ribadendo senza mezzi termini di stare a casa, altrimenti le strutture ospedaliere non saranno in grado di rispondere agli ammalati.

'Amici, ve lo sto dicendo con le buone, ma se continuate così sarò costretto a chiedere al Governo provvedimenti più rigorosi', aveva concluso il presidente.

Evidentemente ancora troppe persone escono di casa senza una reale motivazione, pizzicate a creare inutili assembramenti. Tramite una collaborazione con le compagnie telefoniche, la Lombardia è così riuscita ad ottenere i dati relativi agli spostamenti intra-regionali: il 40% delle persone si muove ancora, in barba ai divieti. 'Senz'altro una parte va a lavorare, ma c'è tanta gente che continua ad uscire. Per vincere questa battaglia dobbiamo stare a casa', aveva sottolineato Giulio Gallera, assessore regionale al Welfare.

L'esercito scorta i defunti del Covid-19 fuori dalla Lombardia

Situazione disperata quindi, specie a Milano e Bergamo. Questa notte 70 mezzi dell'Esercito, partiti da Bergamo, sono così dovuti intervenire scortando fuori paese oltre 60 bare contenenti le ultime vittime del Covid-19. Il problema, ai limiti dell'impossibile, è che la camera mortuaria di Bergamo non è più in grado di accogliere nuove vittime. Lo stesso discorso vale per il forno crematorio: c'è n'è soltanto uno in città ed è attivo 24 ore su 24, ma i tempi d'attesa per la cremazione erano diventati oltre la settimana.

Decisamente troppo. Trentuno di queste bare sono state trasportate a Modena, le altre ad Acqui Terme, Parma, Piacenza, Domodossola e diverse altre città che si sono rese disponibili ad accoglierle. Le salme, che sono state quindi trasportate dall'Esercito fuori dalla regione, verranno cremate e successivamente fatte rientrare in Lombardia.

Il primo cittadino: 'Grazie per la vicinanza'

Giorgio Gori - il sindaco di Bergamo - in una lettera ha ringraziato i sindaci delle altre città che si sono dimostrati cooperativi in questo tragico momento: 'La vostra vicinanza è lodevole. Il nostro cimitero è in grande difficoltà. Nonostante il lavoro incessante, l'impianto di cremazione è impossibilitato a gestire in maniera ordinata la situazione'. Anche le agenzie funebri non erano più capaci di gestire il servizio, alcune hanno chiuso e altre sono andate in tilt, hanno fatto sapere fonti vicine al Comune. Adesso, grazie a questo trasferimento extra regionale, Bergamo potrà tornare ad una normale gestione dei defunti nella speranza che il numero cali presto.