Il Coronavirus è stato catalogato come pandemia. Ad affermarlo nella giornata di ieri è stata direttamente l'OMS. Già da tempo l'Italia è in prima linea nella lotta al virus: dapprima lo stato di zona rossa per la Lombardia e 14 provincie, in seguito un'estensione della stessa a tutta Italia con impossibilità degli italiani di uscire di casa se non per motivate e comprovabili esigenze. Il Governo ha così predisposto un'autocertificazione da portare sempre con se per giustificare la propria presenza fuori di casa.
Autocertificazione per validi motivi
Come ha dichiarato più volte Il Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte nel corso delle varie conferenze stampa tenute a Palazzo Chigi, la pandemia da coronavirus sta costringendo tutti gli italiani ad adottare nuovi comportamenti e a cambiare le proprie abitudini. Prima fra tutte la necessità di adottare comportamenti igienici più rigorosi. Per contrastare efficacemente la diffusione del contagio, infatti, è necessario ridurre al minimo indispensabile i contatti personali, rispettare la distanza di almeno un metro l'uno dall'altro ed evitare gli assembramenti anche in locali e luoghi ancora aperti al pubblico.
Ecco perché d'ora in poi sarà necessario ed obbligatorio portare con se il modello di autocertificazione predisposto dal Viminale per qualunque spostamento.
L'autocertificazione da sola non è sufficiente a uscire di casa, ci devono essere dei validi e comprovati motivi per poterlo fare. I motivi dello spostamento non sono però cambiati: comprovate esigenze lavorative, motivi di Salute o situazioni di necessità. Lo ha ribadito, ieri, il Responsabile della Protezione Civile Angelo Borrelli.
Di fatto, le indicazioni del Governo sono quelle di rimanere a casa ed uscire solo per lavorare, fare la spesa, andare in farmacia o andare ad accudire un parente anziano. Consequenziali i controlli da parte delle Forze dell'Ordine, chiamate a far rispettare le prescrizioni governative.
Le attività commerciali chiuse e aperte
Dopo la conferenza stampa di ieri sera del Presidente del Consiglio è stato emanato un nuovo decreto che ha ampliato le categorie di attività commerciali che dovranno obbligatoriamente rimanere chiuse almeno fino al prossimo 3 aprile 2020. Oltre a tutto il mondo della Scuola, anche parrucchieri, centri estetici e tutte quelle attività che non sono classificabili come di prima necessità resteranno chiuse. Il Presidente Conte ha ribadito che verranno garantiti i servizi pubblici essenziali come i trasporti, le banche e le assicurazioni. Da ciò si deduce che il modello di autocertificazione potrà essere utilizzato per recarsi, ad esempio, a pagare una bolletta alla posta o per andare in banca a fare un prelievo.
Ma occorre prestare attenzione.
La procedura di controllo nei confronti dei cittadini
Quando si circola, sia all'interno del proprio Comune che tra Comuni differenti, non è strettamente necessario che il modulo di autocertificazione sia stato precedentemente compilato. Potrà essere compilato anche al momento del controllo da parte delle Forze dell'Ordine. Queste, infatti, faranno dichiarare al cittadino il motivo del suo spostamento e faranno apporre la firma sul modulo di autocertificazione, insieme a quella del funzionario di Polizia che ha eseguito il controllo. Le Forze dell'Ordine sono autorizzate anche a verificare le dichiarazioni dei cittadini, ad esempio chiamando telefonicamente il medico, se si dichiara che ci si sta recando da lui, per confermare la veridicità della autocertificazione.
Nel caso in cui quanto dichiarato con l'autocertificazione non fosse vero si rischia di essere denunciati due volte. In primo luogo, per la violazione dell'ordinanza di salute pubblica sul coronavirus e in secondo per dichiarazioni mendaci. Senza contare che, in base all'articolo 650 del Codice Penale si rischia la reclusione fino a tre mesi e un'ammenda da 206 euro. Oltre a falsa dichiarazione a pubblico ufficiale che può comportare la reclusione da uno a sei anni.
Inoltre, chi dovesse avere sintomi di febbre o simili a quelli del Coronavirus e non rispetta la quarantena potrebbe andare incontro a conseguenze anche più gravi. Potrebbe, infatti, applicarsi nei suoi confronti l'articolo 452 del Codice Penale in tema di "Delitti colposi contro la salute pubblica" che impone la reclusione da tre a dodici anni. E se si dovessero infettare soggetti a rischio, come anziani o affetti da altre patologie, si rischia un'imputazione per omicidio doloso con una pena massima di 21 anni di reclusione.