C'è stato un cambio della guardia alla guida dei narcos messicani, che hanno il controllo del traffico della cocaina lungo tutto il confine tra il Messico e gli Stati Uniti. Il nuovo nome da temere, adesso, è Nemesio Oseguera, 54 anni, un volto da bravo ragazzo, ma in realtà è un uomo sanguinario che non ha pietà di nessuno. Ha preso il soprannome di El Mencho, ed ha preso il posto dello storico capo narcos El Chapo Guzmán al comando del cartello a sud del Rio Bravo chiamato Jalisco Nueva Generación, uno dei cartelli più pericolosi al mondo. La foto che è a disposizione della polizia statunitense è quella scattata nell'agosto del 2012 quando venne arrestato in una retata, venendo poi subito rilasciato.
Da allora vive nell'ombra.
La Dea ha messo una taglia per la sua cattura
E' considerato dalla DEA - Drug Enforcement Administration (in italiano Organo per l'applicazione delle politiche sulle droghe) il più pericoloso dei narcotrafficanti viventi nel continente americano, tanto che per la sua cattura ha messo una generosa taglia di 10 milioni di dollari. Una bella somma che difficilmente qualcuno potrà riscuotere, in quanto questo nuovo padrone del traffico di coca, in quella porzione di territorio messicano, ha in mano un grande impero. Tanto da potersi permettere di avere alle sue dipendenze un esercito di 10 mila uomini, ha sul suo libro paga poliziotti e funzionari messicani ed è a conoscenza di scottanti segreti che gli hanno permesso, fino ad ora, di tenere sotto scacco vari esponenti del governo.
Gli Usa sono sulle sue tracce sin dal 5 novembre del 2019, da quando il presidente americano Donald Trump ha ordinato alle sue forze di polizia di prenderlo a tutti i costi, perché è ritenuto l'autore materiale dello sterminio di un gruppo di mormoni. Le forze dell'ordine hanno arrestato i due figli del boss: Rubén Oseguera, detto El Menchito, che è il braccio armato del suo gruppo militare, e Johanna Oseguera, che è la mente finanziaria che ha gli ha permesso sempre di riciclare il denaro ottenuto dalla vendita dello stupefacente.
E anche la retata che è stata fatta qualche giorno fa con l'arresto di 200 persone, in una recentissima operazione condotta da polizia americana e quella messicana, non è riuscita a mettere le manette a questo capo mafia.
La scalata al potere di El Mencho
La figura di El Mencho è emersa sul finire del secolo scorso, quando si stabilì la pace tra i gruppi criminali di Sinaloa e di Guadalajara, che hanno avuto come grande mediatore un ex poliziotto federale di nome Miguel Ángel Félix Gallardo, passato tra le file dei trafficanti e responsabile della morte di un funzionario della Dea messicana, Enrique Camarena Kiki.
Ma quella uccisione determinò una reazione importante che costrinse la polizia di Città del Messico ad intervenire e di arrestarlo. Gallardo sta scontando attualmente una condanna a 40 anni di prigione per vari reati. Uscì poi alla ribalta un oscuro gregario rimasto sempre nell'ombra. Il suo nome è Joaquín Guzmán Loera, detto El Chapo.
El Chapo ruscì a scalare i gradini del potere mafioso uno alla volta, grazie alla sua furbizia e alla sua determinazione, comportandosi in tutto e per tutti come un vero capo mafioso alla Riina, utilizzando metodi di lupara bianca per far sparire i suoi oppositori, ma anche capace di premiare con larghe elargizioni di denaro e di potere i suoi fedelissimi, tra cui c'era anche Oseguera.
Quest'ultimo ha imparato il mestiere sotto il comando di El Chapo, controllando il traffico nella piazza di Guadalajara. A differenza del suo capo, lui ha sempre preferito lo scontro aperto con la polizia. Nei vari agguati, mentre i suoi soci sono morti o finiti in prigione, lui è sempre riuscito a cavarsela. Ma dopo l'arresto avvenuto nel 2012 ha deciso di restare nell'ombra, prendendo il comando dopo l'arresto del suo mentore. Attualmente gestisce il traffico di metanfetamina, eroina e cocaina verso gli Usa, ma vive come un fantasma e, per adesso, nessun poliziotto o agente federale è riuscito a prenderlo per consegnarlo alla giustizia.