Continua a mietere vittime la diffusione del nuovo coronavirus nel nostro Paese. L'ultima drammatica notizia, purtroppo, giunge da Potenza, dal capoluogo della Basilicata, dove a perdere la vita è stato Donato Sabia, mezzofondista e velocista italiano, capace di andare per ben due volte alle finali delle Olimpiadi, a Los Angeles nel 1984 e a Seul nel 1988. Secondo quanto si apprende dal quotidiano Corriere della Sera, Donato era un classe 1963, e aveva quindi appena cinquantasei anni. Può essere considerato come uno dei più grandi interpreti della storia dell'atletica leggera della nostra nazione, specializzato negli 800 metri.

Muore il mezzofondista Donato Sabia per coronavirus: aveva 56 anni

Nonostante si trattasse di un grande sportivo, il coronavirus è riuscito a portarselo via. Donato Sabia era da diversi giorni all'ospedale di Potenza 'San Carlo' in terapia intensiva ed è deceduto nella giornata di martedì 7 aprile, a pochi giorni dalla scomparsa di suo padre, deceduto nella stessa struttura sempre a causa del Coronavirus lo scorso 31 marzo. Il cinquantaseienne lascia nel più grande dei dolori le sue due figlie che, dopo il decesso del nonno, dovranno affrontare anche quello del loro papà. Donato Sabia era un grande amico, nonché compagno di allenamenti, di Pietro Mennea con cui condivise diversi momenti della sua carriera.

Donato Sabia ucciso dal coronavirus: una vita dedicata allo sport

Donato Sabia, oltre alle due finali olimpiche, è riuscito a portare a casa anche una medaglia d'oro agli Europei indoor di Gotenborg. Inoltre, in quella che è forse la sua migliore annata (1984), è riuscito a stabilire un tempo sugli 800 metri di 1'43''88, che lo colloca a pochissimi centesimi di distacco dal record di Marcello Flasconaro.

Nonostante il ritiro dallo sport praticato, il cinquantaseienne potentino aveva continuato a lavorare in quello che era il suo mondo. Prima svolse un periodo come coach della nazionale olimpica di Malta, poi divenne responsabile dell'Ufficio Sport di Potenza, oltre che presidente della federazione atletica della regione Basilicata.

Le parole di Alfio Giorni, presidente Fidal dopo la morte di Donato Sabia

A seguito del suo decesso per il coronavirus, anche la Federazione Italiana di Atletica Leggera (Fidal) ha scritto sul suo sito parlando di una notizia drammatica che 'scuote l'Atletica Italiana in un periodo già difficile per il Paese'. Anche il presidente, Alfio Giorni, così come il presidente onorario, Gianni Gola, hanno espresso il loro cordoglio nei confronti della famiglia di Donato Sabia. 'Era una persona a cui non potevi non voler bene', conclude Alfio Giorni.