La Procura di Bergamo comunica di aver aperto un fascicolo di indagine, al momento a carico di ignoti, sulla gestione dell'ospedale Pesenti Fenazzoli di Alzano Lombardo nell'ambito dell'emergenza Coronavirus. L'ipotesi di reato dell'autorità giudiziaria è quella di epidemia colposa. Sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti c'è la gestione dei primi malati di Covid-19 arrivati nel nosocomio della bergamasca e, soprattutto, la decisione del 23 febbraio scorso quando l'ospedale chiuse e riaprì dopo poche ore. Della vicenda se ne è occupata anche la trasmissione televisiva 'Report' lunedì scorso 6 aprile: nella stessa giornata i carabinieri del nucleo Nas si sono recati presso la struttura sanitaria per effettuare una prima perquisizione ed acquisire documentazione utile all'inchiesta.

Le operazioni sono andate avanti anche nella giornata di ieri, 7 aprile.

Indagherà un pool di pubblici ministeri

Secondo quanto si apprende dai media locali e nazionali, dell'inchiesta si occuperà un pool di pubblici ministeri, ai quali spetterà adesso il compito di chiarire tutta questa vicenda. Proprio all'ospedale di Alzano fu ricoverato il primo paziente morto di Covid-19 in provincia di Bergamo: si tratta dell'84enne Ernesto Ravelli, l'uomo che il 23 febbraio fu trasferito al Papa Giovanni. Le indagini si snodano anche attorno al ricovero di un 83enne di Nembro giorno 15 febbraio, il quale ricevette l'esito del tampone solo otto giorni dopo. Il team di investigatori è coordinato dal Procuratore Maria Cristina Rota.

Si deve ricordare che la zona della Val Seriana è una delle più colpite in Italia dal virus cinese. Nelle scorse ore c'è stato anche un acceso dibattito tra il Premier Giuseppe Conte e il Governatore della Lombardia, Attilio Fontana, sul ritardo dell'istituzione di una zona rossa tra Alzano Lombardo e Nembro che non è stata mai disposta.

L'assessore Giulio Gallera: 'Il Pronto Soccorso fu sanificato'

Nel frattempo questa mattina l'Assessore al Welafare della Regione Lombardia, Giulio Gallera, è intervenuto a Radio24 sulla vicenda in questione, informando la popolazione che il Pronto Soccorso del Pesenti Fenazzoli fu prontamente sanificato nel momento in cui furono riscontrati i primi casi di coronavirus.

Secondo Gallera è quindi falsa la notizia che la struttura non sia stata sanificata prima della riapertura. L'assessore ha spiegato che il 22 febbraio venne fatto il tampone ad una persona, il cui risultato positivo arrivò giorno dopo. Allora la struttura sanitaria venne chiusa per le necessarie operazioni di bonifica e poi venne riaperta, operazione quest'ultima che fu fatta anche a Codogno. Contestualmente, ha spiegato ancora Gallera, si passa a fare i tamponi a tutto il personale e ai pazienti che mostrano polmoniti interstiziali.