Incidente mortale ieri, lunedì di Pasquetta, a Prato. La vittima è Simone Cantaridi protagonista, 21 anni fa, di un terribile fatto di Cronaca Nera. L'uomo, all'epoca 25enne, uccise la sorella, la giovane moglie e la figlioletta di soli 4 anni. Dopo la scarcerazione, avvenuta circa dieci anni fa, Cantaridi si era trasferito nella città alle porte di Firenze, dove si era rifatto una vita.

Morto in un incidente Simone Cantaridi

Lo schianto mortale è avvenuto a Prato nel pomeriggio di ieri, lunedì 13 aprile. Intorno alle 14, la Fiat Panda guidata da Simone Cantaridi, 46 anni, è andata a finire - per cause ancora in fase di accertamento - contro un albero di via Firenze, non lontano dallo Stadio comunale Lungobisenzio.

Le strade erano deserte per le ordinanze di contenimento del Covid-19 e nessuno ha assistito al violento impatto. Secondo quanto ricostruito dalle forze dell'ordine, però, Cantaridi - che secondo gli esami tossicologici non aveva bevuto, né assunto sostanze stupefacenti - avrebbe spinto troppo sull'acceleratore su un tratto di rettilineo perdendo così, in prossimità di una leggera curva, il controllo dell'auto. L'allarme è stato dato alcuni automobilisti di passaggio. Sul luogo dell'incidente è giunta un’ambulanza della Croce d’Oro, con a bordo un medico, una pattuglia della polizia municipale e i vigili del fuoco (che hanno dovuto divellere le lamiere contorte). Tuttavia, nonostante le manovre di rianimazione, per il 46enne non c'era già più nulla da fare: con ogni probabilità è morto sul colpo.

Non si conoscono i motivi per i quali, nonostante i divieti imposti dall'emergenza sanitaria, Cantaridi fosse fuori in macchina.

Simone Cantaridi sterminò la famiglia

All'alba del 14 aprile 1999, esattamente 21 anni fa, Simone Cantaridi mise in atto un piano diabolico e sterminò tutta la sua famiglia. Come ricordano le cronache dell'epoca, l'allora 25enne Simone, originario di Massa Marittima, nella sua abitazione in via Landi a Piombino (in provincia di Livorno) accoltellò a morte la giovane moglie Sabrina Martinelli, 24 anni, la loro bimba, Vanessa, di 4 anni e la sorella Claudia di 27 anni.

Poi, fece saltare in aria la palazzina. Cantaridi venne rinvenuto sotto le macerie e fu accompagnato in ospedale.

In un primo momento si pensò ad un tragico incidente, ad una drammatica fatalità, ma durante un sopralluogo dei carabinieri venne rinvenuto, tra i detriti, un coltello sporco di sangue. La scoperta insinuò un terribile dubbio tra gli inquirenti e, Simone Cantaridi, ancora ricoverato, venne interrogato.

Il giovane, incalzato dalle domande, crollò, confessò tutto e venne arrestato.

Nel corso del processo, i giudici gli riconobbero un parziale vizio di mente e, con il rito abbreviato, fu condannato a 20 anni (ridotti a 16 in Appello). Cantaridi scontò la pena presso la Casa Circondariale di Prato “La Dogaia” (dove, tra l'altro, ha conseguito una laurea in Teologia). Dopo 10 anni di carcere Simone, assistito dall’avvocato Elena Augustin, riuscì grazie alla buona condotta e all’indulto ad ottenne la semilibertà. Dal 2009 viveva a Prato. Qui aveva trovato lavoro in un supermercato di Montemurlo (alle porte della città) e si era anche risposato.