La nuova ordinanza emessa dalla Regione Campania il 22 aprile, che consente l'asporto dei cibi, ha diviso il mondo dei pasticcieri campani. Da un lato ci sono quelli che non aspettavano altro per poter ripartire, dall'altro ci sono coloro che, dopo aver visionato attentamente il testo dell'ordinanza hanno deciso ri rimanere chiusi. Tra questi Ciro Poppella che ha annunciato che non aprirà. La sua decisione è stata dettata dal fatto che sono stati imposti troppi obblighi e restrizioni e lavorare solo di mattina sarebbe controproducente. La pasticceria Bellavia invece ha annunciato la sua apertura alla vendita d'asporto da lunedì 27 aprile, come previsto dall'ordinanza.
La decisione del produttore dei Fiocchi di Neve
La decisione della Regione di sbloccare le consegne anche per le pasticcerie ha creato una sorta di divisione tra i rappresentanti del settore. Non tutti hanno appreso con gioia la possibilità di poter riprendere l'attività, anche se in maniera limitata. Ciro Poppella, il noto pasticciere napoletano con sede al Rione Sanità e creatore dei Fiocchi di Neve, ha deciso di non aprire. Come lui anche molti altri che, dopo aver studiato le condizioni e gli orari concessi, hanno deciso che rimanere chiusi è meno dispendioso. Appena annunciata la possibilità di riapertura, è scattato l'entusiasmo da parte dei produttori che però si è subito frenato. Secondo Ciro Poppella, aprire nella fascia oraria 7-14, sarebbe del tutto controproducente.
Questo perché sarebbe impossibile avere la forza di gestire tutti i dipendenti. La forza lavoro sarebbe in esubero e molti sarebbero costretti a rimanere a casa. Altro problema è la spesa per gli addetti al delivery. Loro di norma dovrebbero trattenere il 30% dei guadagni e a queste condizioni non ci sarebbe alcun rendiconto, nemmeno per coprire le spese.
Secondo il pasticciere sarebbe stato meglio concedere la possibilità alle persone di raggiungere autonomamente la pasticceria, nel pieno rispetto delle norme di sucurazza, in modo tale da poter gestire in maniera diversa la vendita. L'imprenditore partenopeo ha chiuso autonomamente due attività ancora prima del decreto dell'8 marzo, ma i tempi di riapertura si sono protratti molto più del previsto.
Restrizioni troppo severe per poter riaprire
Il testo dell'ordinanza 37/2020, che sblocca l'asporto per alcune attività, prevede delle fasce orarie ben precise in cui esercitare. Per quanto riguarda Bar e Pasticcerie, l'orario di lavoro è fissato nella fascia oraria mattutina (7-14). Le prenotazioni possono avvenire solo telefonicamente o online. È vietata la consumazione sia all'interno che all'esterno degli esercizi commerciali. È fatto obbligo di utilizzo di tutti i dispositivi di protezione, quali: mascherine, guanti, camici monouso e sovrascarpe. All'interno del locale adibito alla preparazione dei cibi dovrà essere effettuata giornalmente una sanificazione, annotata e certificata su un apposito registro.
Queste regole sono risultate troppo restrittive per la categoria dei pasticcieri che normalmente svolgono il proprio lavoro di notte. Anche l'orario di vendita dei prodotti non favorisce la vendita, che di solito è più consistente nella fascia oraria pomeridiana e serale.
A differenza di Poppella e di moti altri appartenenti alla categoria che hanno deciso di non riprendere le loro attività, ci sono altri come Vincenzo Bellavia che ha annunciato la ripresa della sua produzione dolciaria, avviando già le prenotazioni online per poter partire subito con le consegne. Un mondo totalmente diviso quello dei pasticcieri, tra chi si dice pronto e chi, con prudenza, sceglie di restare fermo.