Una operazione di sequestro a scopo preventivo è stata portata avanti dai finanziari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma che hanno operato nelle città di Roma, Artena, San Cesareo, Palestrina e Anzio. Sono stati messi sotto sigillo 19 immobili, quattro autovetture tra le quali è presente una Porche, 11 orologi di lusso e diversi conti correnti. Nel mirino della giustizia sono finite tre persone: Mario e Mauro Licenziato, rispettivamente padre e figlio di 73 e 39 anni, ed Elvis Hurodorich. I tre, tutti residenti nella cittadina di San Cesareo, sono già stati arrestati nel 2018 per i reati di usura, estorsione, esercizio abusivo dell'attività finanziaria, truffa aggravata ai danni della Repubblica Italiana e intestazione fittizia di beni.

L'operazione è stata denominata 'Terza età'

Questa indagine, denominata dagli inquirenti "Terza età", ha consentito di risalire ad un giro di prestiti con tassi usurari che erano della misura tra il 90% ed il 180% annui, ma a volte hanno toccato punte del 570%. Questi prestiti sono stati erogati di solito ad imprenditori in crisi di liquidità, e questa attività finanziaria è stata portata avanti dai tre in modo continuativo e professionale. Una delle intercettazioni, riportate dalla stampa e attribuita a Mauro Licenziato, è abbastanza significativa: "Compà, voi dovete capire una cosa io, cioè io, cioè chi fa per me, ci lavoriamo." E quando le vittime non riuscivano ad onorare il prestito, erano minacce pesanti per la incolumità fisica degli strozzati.

I tre hanno incassato somme enormi poi reinvestite

I profitti sono stati talmente elevati che i tre strozzini li hanno investiti in modo diversificato, non solo in appartamenti e beni di lusso, ma anche in attività commerciali, dal settore alberghiero alla ristorazione, passando anche per il commercio di auto. Tutte imprese intestate a prestanome e a familiari.

Il paradosso è che uno dei tre usurai, l'anziano Mario Licenziato, ha gestito per anni una casa di riposo ad Artena, ed è stato per lui un settore talmente redditizio che ha provato ad aprire una seconda casa a San Cesareo. I tre, a fronte del patrimonio cospicuo costruito in diverse annualità, hanno sempre presentato delle dichiarazioni dei redditi piuttosto modeste.

Il fatto più preoccupante, scoperto dai militari dal Gruppo operativo crimine organizzato (Gico) delle Fiamme Gialle, è il rapporto che hanno intrecciato con un boss della camorra, Pasquale Zaza nipote di Michele Zaza detto "O' pazz.". Per questo motivo i giudici si sono convinti della pericolosità sociale dei tre criminali, ed hanno ordinato l'arresto nel 2018 e solo nella giornata del 5 maggio hanno potuto ottenere il mandato per mettere sotto sequestro i beni per procedere alla definitiva confisca tra qualche tempo.