Il professore associato di Malattie infettive dell'Università di Genova, Andrea De Maria, ha commentato i dati relativi ai casi da Coronavirus che derivano dal prospetto matematico effettuato con Flavio Tonelli, esperto di Simulazione dei sistemi complessi nello stesso ateneo, e con Agostino Bianchi che si occupa di sistemi software. "Non si tratta di un allarme - ha spiegato De Maria. "Noi raccomandiamo - ha aggiunto - di prestare più attenzione, perché il virus sta continuando a circolare". Il professore ha riportato la situazione della Lombardia e del Nord-Ovest, in cui stiamo assistendo, diversamente da quanto ci si aspettava, a una tendenziale ascesa dei casi di contagio.

E gli esperti, sulla base dei loro calcoli, temono che prima di questo autunno possa verificarsi una seconda ondata dell'epidema da Covid-19.

Le preoccupazioni del professore De Maria

Dinanzi alla discrepanza tra l'andamento previsto e i numeri reali sugli ultimi quattro o cinque giorni (considerando anche gli eventuali ritardi nella trasmissione dei dati da parte delle Regioni), Andrea De Maria ha espresso le sue perplessità sul futuro: "Se i casi sono aumentati adesso che le temperature si stanno alzando, cosa accadrà quando il termometro scenderà sotto i 14 gradi?". Ricordiamo che il professore ha un curriculum da virologo e tra il 1989 e il 1991 ha svolto la propria attività anche nel laboratorio di Antony Fauci.

"Il nostro modello matematico - ha continuato De Maria - si è rivelato utile, in quanto ci ha consentito di rilevare il picco dei contagi giornalieri nel nostro paese tra il 25 e il 27 marzo con una ventina di giorni d'anticipo".

Tonelli teme che possa esserci un'estensione dei casi di contagio

"L'analisi dei dati ci diceva che a fine giugno avremmo avuto tra i 34mila e i 36mila decessi - ha aggiunto il professore dei Sistemi di simulazione complessi - e ora siamo a 34.600.

Gli stessi algoritmi rivelano che se la situazione attuale dovesse mantenersi si potrebbero verificare più casi di positività, molti dei quali asintomatici, che farebbero aumentare pericolosamente la base dell'infezione prima di ottobre". Questa è la stessa paura espressa qualche giorno fa dal virologo dell'Università di Padova Andrea Crisanti e dal professore di Biologia della Temple University di Philadelphia, Enrico Bucci.

Infatti, allo stato attuale, i casi di contagio ammontano a più di 20 mila ed ogni giorno se ne aggiungono una centinaia. "In altri Stati, come ad esempio a Seul, con gli stessi numeri hanno riattivato il lockdown a fine maggio", ha sottolineato Tonelli, che ha aggiunto: "D'altro canto, nella Corea del Sud, grazie alle modalità di far fronte alla pandemia, ci sono stati 20 volte in meno i contagi che stiamo riscontrando in Italia e 120 volte meno decessi". Ma a parere dello stesso "sarebbe una follia" richiudere nuovamente tutto per un focolaio come quello dell'Irss San Raffaele Pisana di Roma, "però è altrettanto folle dire che i dispositivi di protezione e il distanziamento sociale non servano a niente, perché i contagiati attuali non sarebbero infettivi".