Il 13 giugno, il ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato insieme ai suoi omologhi di Germania, Francia e Olanda, un accordo con la casa farmaceutica AstraZeneca che si occuperà della distribuzione del vaccino per il coronavirus in sperimentazione all'università di Oxford. Si tratta di 400 milioni di dosi per i cittadini europei, di cui una prima tranche potrebbe essere pronta entro l'autunno.

Il premier Conte: 'L'Italia in prima linea'

Grande la soddisfazione del nostro governo che ha "giocato" sui tavoli della Politica una partita atta a contrastare un'eventuale nuova ondata di Covid-19.

Una partita in prima linea in quanto al vaccino sta lavorando una società italiana: la Irbm di Pomezia (Roma).

"Per quanto concerne il vaccino l'Italia farà nuovamente da pilota con altri Paesi dell'Unione Europea - ha asserito il presidente del Consiglio Giuseppe Conte - Il progetto di Oxford è il più promettente".

Il ministro Speranza ha aggiunto: "Il vaccino, per quanto mi riguarda andrà considerato come diritto di tutti, non privilegio per pochi".

Come funziona il vaccino

Gli studiosi dello Jenner Institute di Oxford, sotto la direzione del professor Adrian Hill, hanno messo a punto un vaccino basato su vettori virali che derivano da un adenovirus (raffreddore). Quest'ultimo riesce a codificare per la proteina spike, "l'uncino" col quale il virus si lega alle cellule dell'uomo per poi diffondersi nell'organismo.

Ad aprile, è cominciata la prima fase di sperimentazione di questo vaccino su 510 volontari che, a parere degli scienziati, si è conclusa positivamente. Per la seconda e la terza fase della sperimentazione sono state arruolate 10 mila persone: saranno testate le conseguenze del farmaco sul sistema immunitario dell'uomo. Lo stesso è stato già sperimentato sulle scimmie ed ha dato buoni risultati, proteggendole efficacemente dal Coronavirus.

Il contributo italiano sarà fondamentale, in quanto l'Irbm di Pomezia vanta una delle maggiori produzioni mondiali di vettori virali. Questo vaccino sfrutta, in particolare, un vettore di scimpanzé con un deficit di replicazione che si basa su un normale adenovirus indebolito, contenente il materiale genetico della proteina spike.

Si spera così che, successivamente al vaccino si produca la proteina spike, che mette in moto il sistema immunitario in caso di contagi da coronavirus.

La reazione dei 'no-vax'

L'annuncio del vaccino ha innescato commenti negativi sui social delle persone contrarie, del tipo: "La mia dose la lascio a lei", oppure "Non mi fido di voi, figuriamoci del vaccino". Sulla pagina Facebook del ministro Speranza, tra i tanti ci sono anche dei commenti positivi, come quello della dottoressa Laura B. che ha scritto: "Da medico, posso soltanto dire: grazie".