Chiara Bariffi non è stata vittima di un incidente, ma è stata uccisa. Enrico Magni, lo psicologo specialista in Criminologia che la seguiva ed ha studiato con attenzione il caso di Cronaca Nera, ne è certo. E, per questo, nei mesi scorsi ha pubblicato un libro, un romanzo per l'esattezza, in cui raccontando la storia di Mary, ha ripercorso la misteriosa vicenda della sua paziente.

'Chiara è stata uccisa', la tesi del dottor Magni

Chiara Bariffi, 30 anni, la sera del 30 novembre 2002, lasciò la sua abitazione di Bellano, comune della provincia di Lecco, e non vi fece più ritorno.

I genitori, disperati, lanciarono appelli e la cercarono in tutta Italia. Una giornalista Rai che si era interessata alla sua storia, chiese l'intervento della sensitiva Mariarosa Busi - che già in precedenza aveva aiutato a risolvere casi di persone scomparse - e così, nel settembre 2005, il corpo senza vita della ragazza venne ritrovato in fondo al lago di Como. Per la magistratura si trattò di un incidente. Per il dottor Magni, lo psicologo della giovane - che durante un anno trascorso a Londra aveva sviluppato un disagio psichico - invece, si è trattato di un caso di omicidio. Il criminologo, in proposito, non ha dubbi: Chiara è stata uccisa. Basterebbe rileggere con attenzione le carte del processo per recuperare elementi utili alla riapertura delle indagini.

"Mi auguro - ha spiegato il medico snocciolando circostanze e date - che qualcuno voglia e possa farlo: dopo tanti anni, restano domande e dubbi". Sulla morte della giovane, appassionata di fotografia e dal sorriso timido, all'epoca fiorirono tutte le ipotesi possibili e, un amico della trentenne, Sandro Vecchiarelli, venne anche incriminato.

Il giovane imputato, però, venne prosciolto dalla Corte di Assise di Como.

Il giallo del lago diventa un libro

Nel suo libro "Omicidio irrisolto" edito nelle scorse settimane, lo psicoterapeuta lecchese ha ricostruito, attraverso i diversi atti giudiziari, le indagini sulla scomparsa di Chiara e le fasi del processo. Nel romanzo di Magni, come ha riportato anche il Corriere della Sera, solamente i nomi sono di fantasia.

Chiara Bariffi è diventata Mary, ma l'ambientazione e i protagonisti della vicenda sono gli stessi. "Per dieci anni - ha spiegato l'autore - ho analizzato documenti e scovato incongruenze, errori commessi e punti oscuri":

Nella sua opera, lo psicologo ha compiuto un passo indietro a quella notte, spazzata da un uragano, in cui la giovane sparì nel nulla mentre, dopo una serata con gli amici, da Dervio rientrava a Bellano. La sua auto, venne rinvenuta, a 122 metri di profondità, il 13 settembre del 2005. In proposito, Magni, ha spiegato: "Quando la macchina finì in auto era spenta e il punto in cui è caduta, prima di una galleria, non è compatibile con l’ipotesi accidentale".

Il medico legale stabilì che la ragazza annegò, ma il criminologo ha sottolineato che Chiara, dopo essersi sentita male per un cocktail a base di alcol, droga e psicofarmaci, sarebbe stata buttata nel lago da qualcuno che, forse, la credeva già morta. "Non so cosa sia successo quella notte - ha concluso Magni - ma penso sia arrivato il momento delle risposte".